Se queste sono le basi, di certo non sarà facile trovare un accordo tra il Governo e Atlantia: quest’ultima ha infatti presentato un esposto alla Consob per turbativa del titolo nei confronti del Governo a causa della sospensione vissuta ieri per eccesso di ribasso a causa delle dichiarazioni, a dire della holding dei Benetton, rilasciate dai ministeri competenti nelle trattative.
Denuncia a Consob e Commissione Europea
Una denuncia presentata anche alla Commissione Europea e che segna apertamente come tra le due parti sia ormai guerra aperta. Giusto ieri dal ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e da quello delle Infrastrutture Paola De Micheli è arrivata la conferma che se la situazione non cambierà nei prossimi giorni la revoca della concessione autostradale sarà “l’esito più probabile“.
Dichiarazioni che connotate di ufficialità hanno avuto un peso importante all’interno del mercato finanziario. Atlantia è letteralmente crollata in Borsa ed è stato sospeso dalle negoziazioni per eccesso di ribasso. E’ da qui, come anticipato, che la società ha deciso di presentare a mercati chiusi, un esposto alla Consob e alla Commissione Europea, chiedendo di “valutare urgentemente i provvedimenti da adottare a seguito delle dichiarazioni rilasciate a mercati aperti” da parte dei due ministri.
Una cosa è certa: nel corso della giornata di ieri i toni, per quanto formali, si sono alzati e non poco tra le due parti.
Governo fermo sulle sue posizioni riguardanti accordo
Il Governo infatti ha deciso di ignorare il primo ultimatum dato ad Atlantia, cercando di dare ulteriore spazio per trovare una quadra su Aspi e Autostrade: uno sforzo che sembra essere stato vanificato, per la holding dei Benetton dalle accuse, rispedite al mittente, provenienti dall’esecutivo, che ancora una volta ha sottolineato come siano stati disattesi gli accordi di luglio che vedevano Cassa Depositi e Prestiti entrare in Autostrade secondo specifici canoni. Si legge infatti nella lettera:
La nuova proposta che ci avete da ultimo comunicato, che modifica i termini dell’accordo transattivo e ipotizza un processo di cessione ‘dual track’, appare completamente diversa dalle condizioni e dai termini indicati nella originaria proposta del 14 luglio scorso. A tacer d’altro il processo indicato rimane incerto nei tempi e nell’esito finale, con il risultato che appare assolutamente inidoneo a definire la vertenza.
Senza contare, ha continuato il Governo, che appare inaccettabile che la società muova accuse alla compagine ministeriale di volere “impedire di svolgere un trasparente processo competitivo di mercato“.
Il commento dei due ministri è stata la ciliegina sulla torta di uno scambio che difficilmente potrà portare ad un accordo tra le due parti, almeno stando agli attuali umori.