Giovanni Castellucci non è più l’amministratore delegato di Atlantia, società che controlla Autostrade per l’Italia che è a sua volta controllata da Edizione, punto fermo societario della famiglia Benetton: un atto che si può quasi definire dovuto dopo l’inchiesta della Procura di Genova sul crollo del ponte Morandi ed i suoi risultati.
Dimissioni doverose dell’ad di Atlantia
Il manager ha rassegnato le sue dimissioni, lasciando libero il posto di ad ed ottenendo una buonuscita di circa 13 milioni di euro. Era così che doveva andare: non si può non far finta di vedere le misure cautelari prese nei confronti di alcuni operatori di Autostrade per l’Italia per aver falsificato i report sul ponte: le errate definizioni dello stato di pericolo, ritoccate al ribasso sono ipotizzabili essere gran parte della motivazione per la quale il crollo nel quale sono morte 43 persone innocenti sia avvenuto. Ecco quindi che il passo indietro di Giovanni Castellucci diventa un modo per Atlantia di tentare di salvare la faccia ed arginare i danni in Borsa archiviati nelle scorse giornate: oggi il titolo seppur movimentato è stato in grado di mantenere un certo equilibrio.
Discontinuità quindi è stata la parola del giorno nel corso del consiglio di amministrazione: va sottolineato, è stato lo stesso Giovanni Castellucci a richiedere una riunione straordinaria al presidente del board Fabio Cerchiai.
Come l’indagine sul ponte Morandi ha colpito Atlantia
Giusto lo scorso 6 settembre Atlantia festeggiava il ritorno delle proprie quotazioni ai livelli precedenti il crollo del ponte Morandi e sembrava che la problematica della revoca della concessione fosse acqua passata. Le novità sull’inchiesta rese note dalla Procura di Genova hanno, come normale che fosse, rigettato Autostrade per l’Italia e la sua controllata Spea nell’occhio del ciclone causando ovviamente preoccupazione e caos nella holding. Atlantia, va ricordato, è per circa il 70% proprietà di fondi ed investitori internazionali ai quali bisogna rispondere della criticità in atto e non solo: è parte della cordata di salvataggio di Alitalia e serve quindi un segnale forte per mantenere un dialogo con il Governo produttivo e sincero.
In qualche modo Giovanni Castelucci ha voluto giocare in anticipo tentando di limitare i danni e puntare ad un’uscita più morbida rispetto ad un “licenziamento“. La sostituzione di un manager come lui non è materia di facile gestione: ecco quindi che al momento, in attesa di nominare il nuovo amministratore delegato, le sue funzioni sono state assegnate tramite deleghe specifiche ad un comitato di emergenza. In questo modo, pur dando spazio alla discontinuità al comando, i vertici saranno in grado di assicurare l’operatività piena della società.