Atlantia era stava avvertita: prendere una particolare decisione avrebbe potuto portare a uno scontro e così è stato. Cassa Depositi e Prestiti, in seguito al cda della holding Benetton e alla decisione presa dallo stesso è stata chiara: vi sono sette giorni di tempo per trovare una soluzione in base agli accordi presi a luglio, altrimenti sarà scontro.
Tempi strettissimi per trovare un accordo
Non basta che al momento Atlantia abbia lasciato una “porta aperta” all’ingresso di CDP e che quest’ultima sia ancora aperta al dialogo: i tempi stringono ed entro una settimana, questa battaglia per il riassetto di Autostrade per l’Italia deve completarsi e in modo tale che Cassa Depositi e Prestiti possa avere il ruolo stabilito. In una missiva che l’ente ha inviato alla holding dei Benetton viene ricostruito il modo poco “fair” nel quale le trattative sono state condotte da parte di Atlantia, tra stop e riprese, cambio delle carte in tavola e tutte quelle problematiche che non hanno consentito di trovare una quadra fino ad ora.
Nel documento di CDP si apre comunque ad una collaborazione. Si legge infatti:
Tutto quanto sopra rappresentato, nella prospettiva di poter sottoporre la nuova e diversa operazione da voi proposta alle valutazioni degli organi competenti ai quali come sempre indicato è rimessa ogni definitiva determinazione, si esorta a riconsiderare la posizione espressa nella lettera del 9 settembre con particolare riguardo tra l’altro al tema del processo di valutazione e delle garanzie. Sempre nello spirito di responsabilità e di collaborazione che sin dall’inizio ha contraddistinto la nostra presenza nel negoziato si conferma nuovamente la piena disponibilità a incontrarsi in qualsiasi momento a partire da oggi stesso.
Concludendo però entro sette giorni.
Nodo chiave quello della manleva
Ovviamente non mancherà la risposta da parte di Atlantia: quello che sarà interessante scoprire è quanto la holding dei Benetton intenda collaborare con il Governo, dato che ha sì lasciato la porta aperta alla conclusione dell’accordo come preventivato ma ha contestualmente aperto la possibilità ad altri investitori di giocare le proprie carte.
Il nodo chiave da superare è quello della manleva: CDP ha chiesto ripetutamente che venisse garantita la manleva sui fatti legati al crollo del Ponte di Genova, relativamente ai potenziali danni indiretti e Atlantia ha sempre fatto orecchie da mercante. La mancanza della manleva esporrebbe i consiglieri CDP a delle responsabilità inaccettabili oltre che mettere a repentaglio la società . La holding, con l’inchiesta ancora in corso relativamente alle cause del crollo, non intende concedere alcuna garanzia al momento.
Quel che è certo al momento è che il consiglio di amministrazione di Atlantia ha approvato ieri un duplice percorso di valorizzazione di Autostrade: da un lato lo scorporo dell’asset dall’altro la vendita in blocco dell’azienda. Due opzioni che verranno perseguite parallelamente.