Banco Bpm ha scelto Elliott e Credito Fondiario per potersi liberare dal peso dei crediti deteriorati. Si tratta per l’istituto bancario dell’ultima cessione “massiva” di non performing loans per una cifra che potrebbe superare i 7 miliardi.
Nello specifico si parlerebbe di 7,8 miliardi di crediti deteriorati e della piattaforma di gestione. A dare la notizia ci ha pensato direttamente Banco Bpm che attraverso il suo consiglio di amministrazione ha accettato l’offerta della cordata composta dall’istituto romano e dal fondo americano, i quali non erano gli unici interlocutori interessati. La loro offerta ha infatti battuto sia quella della cordata DoBank -Fortress-Illimity e quella di Christofferson Robb & Company-Davidson Kempner-Prelios.
Da quel che si evinto da indiscrezioni stampa a giocare a favore di Elliott Management e Credito Fondiario vi è stata prima di tutto la forchetta di prezzo proposta che prevederebbe un floor al 21% del nominale (livello su cui avverrebbe praticamente un backstop, N.d.R.) e un prezzo massimo prossimo al 25%. Ovviamente il valore finale dipenderà della dimensione definitiva del portafoglio di npl, dall’applicazione della garanzia pubblica alla cartolarizzazione e da quello che penseranno di questa operazione le agenzie di rating.
Perché un’offerta così importante? E’ presto detto: la Fonspa vuole salire di livello nel mercato dei crediti deteriorati e le condizioni di intervento per ciò che concerne Banco Bpm sono al momento tra le migliori offerte per ottenere questo scopo. Non solo: la gestione della piattaforma da parte di Credito Fondiario consentirà all’istituto bancario di poter sistemare buona parte del suo pacchetto di npl senza mettere in pericolo il lavoro di centinaia di dipendenti.