Sono almeno 600 i piccoli azionisti di Banca Carige che si costituiranno parte civile per chiedere danni all’istituto ed ai suoi ex manager: un numero che è cresciuto rispetto a qualche tempo fa e che accende i riflettori su un dibattimento che sta passando in sordina.
Ed è quasi comprensibile se si pensa che l’attenzione ora è tutta sui 630 milioni di euro da racimolare per la ricapitalizzazione pianificata e sul possibile partner per la fusione. Ma ciò non toglie che il processo che oggi prenderà il via a Roma contro Giovanni Berneschi e altre nove persone sia basilare per coloro che hanno investito come correntisti al fine di recuperare quel che hanno perso: tra gli accusati anche la stessa Banca Carige chiamata in causa per la legge sulla responsabilità amministrativa delle società. I capi d’accusa? Aggiotaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza fino al 2013: fattore che avrebbe spinto centinaia di risparmiatori a investire su titoli destinati a fallire. Almeno 550 potenziali vittime, si è appreso, sono assistite dal Codacons tramite del legale Bruno Barbieri di Bologna.
Ritornando ai possibili interessati a risollevare le sorti di Carige, sembra che in prima linea vi siano ancora due fondi di private equity come Apollo e Blackrock. Nel primo caso eventuali problemi potrebbero sorgere da parte della famiglia Malacalza: per quanto il fondo voglia rafforzare e tutelare la joint venture assicurativa con l’istituto presente in Amissima non si può cancellare il lungo contenzioso tra le due parti.
Blackrock dal canto suo potrebbe essere, secondo indiscrezioni, interessato (Npl compresi, N.d.R.) ma la situazione è ancora tutta da definire. Tra di essi, spunterebbe poi anche il fondo Varde, che potrebbe riportare in gioco i Malacalza stessi.