Era da aspettarselo che qualcosa del genere accadesse con tutto ciò che nell’ultimo mese Banca Carige ha subito: Moody’s ha deciso di tagliare il suo rating di base portandolo da Caa1 a Caa2 e modificando quello a lungo termine a Caa3 da Caa2) e quello sul deposito a lungo termine a Caa1 da B3.
Sigle che per chi non tratta di economia sembrano di poca importanza ma che nella realtà dei fatti possono creare guai seri all’istituto che sta tentando di risollevarsi con tutte le sue forze da un periodo di crisi che sembra non avere fine. L’agenzia di rating ha messo, tra l’altro, tutte le sue valutazioni su Carige in revisione per procedere eventualmente con ulteriori downgrade, spiegando che l’abbassamento delle votazioni è collegato alle tensioni in Cda sulla governance, le quali rappresentano un “ostacolo all’efficace ristrutturazione della banca” e per il rischio che sta correndo nell’essere posta in risoluzione a seguito del rifiuto della Bce relativo al piano di conservazione del capitale.
Ad ogni modo il cda di Banca Carige si è riunito per discutere delle “perplessità” della Banca Centrale Europea e di quella che dovrà essere la risposta “pratica” nei suoi confronti per riuscire a proseguire con il percorso di risanamento.
Banca Carige ha comunque risposto all’agenzia Moody’s attraverso una nota:
Pur non condividendone le motivazioni, la Banca ha preso atto del downgrade e del contenuto del comunicato emesso dall’agenzia Moody’s [sottolineando], con riferimento all’affermazione inerente la possibile messa in risoluzione della banca in conseguenza delle problematiche di governance e della mancata approvazione del Piano di conservazione del Capitale [che] la proposta di decisione, notificata dalla Bce il 20 luglio 2018 , non contiene riferimenti a una eventuale risoluzione. Il Cda si riserva di assumere ogni opportuna iniziativa a tutela propria e di tutti gli stakeholder.