Fumata bianca per il piano di salvataggio di Banca Carige, il quale è stato finalmente approvato dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi: un passaggio obbligato, insieme a diversi altri, che apre buone speranze di ripresa per l’istituto genovese.
Quali sono le parti coinvolte nel salvataggio di Banca Carige
In questa fase di “lavori in corso” per Banca Carige è importante ancora una volta sottolineare chi sono i protagonisti di questa partita che è ancora nel pieno del suo svolgimento. Prima di tutto il Fitd, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi il quale si è occupato della redazione del piano di salvataggio insieme ai commissari di Carige ed allo stesso tempo di offrire ampia copertura per l’aumento di capitale necessario al suo rilancio. Giusto ieri il fondo ha presentato una proposta vincolante in tal senso illustrando come avverrà la copertura dei 700 milioni necessari oltre alla conversione del bond tier 2 di 200 milioni già approvata.
- 313,2 milioni arriveranno dalla conversione del bond sottoscritto dallo Schema Volontario;
- 65 milioni da Cassa Centrale Banca, che in questo modo si approprierà di poco meno del 10% dell’istituto
- 320 milioni circa garantiti ancora dal Fitd.
Come intuibile l’altro protagonista importante è Cassa Centrale Banca che ha deciso di offrirsi come partner commerciale dell’intera operazione e 85 milioni saranno offerti in opzione agli attuali soci della Banca.
Chi partecipa alla conversione del bond tier 2 di Banca Carige
Nonostante le difficoltà individuate nel corso di questi ultimi mesi, Banca Carige deve reputarsi fortunata di avere un grande appeal nei confronti di diversi interlocutori del settore bancario dato che il bond tier 2 sarà sottoscritto ancora da CCB per 100 milioni, da Amissima per 50 milioni, da MCC per 13 milioni, da Credito Sportivo per 20 milioni e da Cattolica, Equita e Cariverona per il restante.
Quel che ci si aspetta ora è che i soci di Carige votino a favore dell’aumento di capitale: non si temono particolari problemi sebbene si guardi, a causa del passato, al comportamento del Gruppo Malacalza con un po’ di tensione. Se il piano sarà approvato dal cda dell’istituto potrà essere poi inviato al Supervisory Board della BCE al fine di ottenere il via libera definitivo e chiudere questa brutta pagina per Carige entro la fine del 2019.
E’ importante che questo periodo di crisi della banca si chiuda in questi mesi: l’ipotesi liquidazione diverrebbe tristemente reale se non si riuscisse a presentare il piano di salvataggio alla Banca Centrale Europea che finora, nonostante tutto, si è comportata in modo molto permissivo rispetto alla banca.