A seguito della collocazione di otto miliardi di euro di Bot a un anno con tassi ai minimi storici, il Tesoro ha conseguito un altro record di rendimenti con l’asta dei titoli a media e lunga scadenza.
Il Ministero dell’Economia ha infatti collocato il massimo ammontare previsto di Btp in asta, con rendimenti sui nuovi minimi storici.
Questo il resoconto degli esperti:
Nello specifico, dopo i Bot di ieri, sono stati emessi 3 miliardi euro di Btp a gennaio 2018 allo 0,61%, con bid to cover a 1,64, 2,5 miliardi euro di titoli a dicembre 2021 all’1,29%, con rapporto di copertura a 1,64 e 1,5 miliardi euro in bond a marzo 2030 al 2,64%, con bid 1,53. Le aste sono andate bene considerando che è stato collocato il massimo previsto di 7 miliardi euro, a fronte di richieste per 11 miliardi euro, con un bid to cover medio abbastanza buono pari a 1,57, spiega un fixed-income strategist di una primaria banca italiana interpellato da MF-DowJones. Rispetto all’emissione di metá novembre, i costi di finanziamento hanno registrato un calo significativo, soprattutto per i bond al 2021 e 2030, scesi rispettivamente di 42 e 57 pb secondo il quale il risultato segnala una buona domanda anche per questi due titoli. I rendimenti su queste due linee si attestano infatti sui nuovi minimi storici. Dopo il collocamento, il mercato secondario si è stabilizzato, con una performance migliore per 7 e 15 anni, ma comunque con un trend che resta positivo rispetto all’inizio della giornata. Lo spread a 10 anni con la Germania è poco mosso a 130,89 pb, con rendimento all’1,78%.
Si registra pertanto un altro rally per i Btp in attesa dell’annuncio del QE da parte della Bce al meeting del 22 gennaio. Gli investitori si dicono sorpresi e delusi per la lentezza del ritmo delle riforme e per la crescita debole in Italia, e ritengono che queste continuano a essere le ragioni per cui i Btp dovrebbero continuare a sottoperformare i Bonos provenienti dalla Spagna.