Il piano industriale di Banca Carige è stato rivelato: non più 400 milioni per l’aumento di capitale ma ben 630, al quale si accompagneranno circa 1200 esuberi.
Soprattutto in questo caso si sfrutteranno le diverse finestre offerte dal decreto sulle pensioni “Quota 100“. L’istituto genovese ha reso noto la sua decisione in merito al contenuto del piano industriale attraverso una nota. Si legge nella stessa:
Entro il primo semestre dell’anno si realizzerà il rafforzamento della struttura patrimoniale mediante l’iniezione di nuovo capitale per 630 milioni di euro grazie al quale nello stesso lasso temporale potrà essere finanziato lo smaltimento dello stock di credito deteriorato fino a minimizzarne l’incidenza ad un livello da best practice di sistema (e pari al 6-7% circa del portafoglio crediti lordo) e l’integrale rimborso del titolo subordinato T2 emesso a fine novembre 2018 (nell’ipotesi di ripristino delle modalità di sostituzione previste dall’accordo originario).
Ovviamente ciò si riferisce all’obbligazione subordinata da 320 milioni acquistata, in mancanza di alternative, a fine 2018 dallo Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi per rimettere in ordine il patrimonio della banca prima del 31 dicembre, come richiesto dalla BCE prima del commissariamento.
Per Carige si tratta del quarto aumento di capitale nel giro di 6 anni. Quel che viene spontaneo chiedersi è: quale è la posizione di Malacalza?I commissari fanno sapere che i contatti ci sono e che si sta facendo di tutto affinché l’azionista con più peso all’interno della banca possa essere preparato ad ogni evenienza. E nel caso qualcosa dovesse andare storto, la ricapitalizzazione di Stato potrebbe rivelarsi una strada fattibile.