Sembra essere in atto un vero e proprio braccio di ferro tra Malacalza ed i commissari di Banca Carige in merito al salvataggio dell’istituto e della via da perseguire per ottenerlo. Il primo auspica una soluzione commerciale, i secondi sono pronti a dare il via ad una prettamente finanziaria.
Lo rivela lo stesso interesse di diversi fondi a presentare l’offerta vincolante per sostenere la banca genovese, sia quello che i commissari stanno tentando di fare: dare una basa solida a Carige per ripartire dopo il commissariamento dello scorso gennaio avvenuto in seguito al rifiuto proprio del gruppo Malacalza di sostenere l’aumento di capitale necessario alla banca per poter avviare il suo piano industriale di risanamento.
La Bce quasi sicuramente darà il via libera ad una proroga per poter chiudere la situazione al top: quel che è certo è che i commissari hanno intenzione di definire entro questa seconda metà di giugno l’assetto della nuova governance della banca, così da poterla proporre all’assemblea degli azionisti e chiudere l’accordo prima della scadenza del loro mandato e quindi alla fine di settembre. Un piano che sembra non avere pecche ma che non soddisfa molto Vittorio Malacalza che ha richiesto nei giorni scorsi una soluzione di tipo commerciale che desse modo a Carige di risorgere dalle sue ceneri come fatto anche in passato. La risposta dei commissari dell’istituto genovese è arrivata a stretto giro:
In questa fase delicata e decisiva per le prospettive future della Banca, è auspicabile il più alto grado di serenità e sobrietà nei giudizi da parte di tutti nell’interesse della Banca, dei suoi dipendenti, dei suoi clienti, del complesso del suo azionariato e del suo territorio.[I commissari] vanno avanti nel loro lavoro per individuare una soluzione improntata alla massima tutela possibile di tutte le componenti che costituiscono Banca Carige. [Essi] sono al lavoro dall’inizio dell’anno per realizzare, in linea con le indicazioni di Bce, una business combination in grado di garantire la continuità e lo sviluppo dell’Istituto superando i problemi economici e finanziari ereditati dagli ultimi esercizi e i problemi di governance resi evidenti dall’esito dell’Assemblea del 22 dicembre ultimo scorso. In tale quadro sono state sollecitate, anche con l’ausilio di primari advisor, manifestazioni di interesse da parte di tutti i soggetti di natura sia bancaria sia finanziaria potenzialmente interessati.
Non ci fa una piega.