La situazione di Banca Carige è abbastanza complessa: il commissariamento di certo pretende che vengano messe in atto soluzioni che possano salvare l’istituto senza arrecare danni ai cittadini. Ed ancora una volta spunta la possibile “soluzione “ Mps.
Non molti infatti ricordano che questo Governo già qualche mese fa spingeva, soprattutto per ciò che concerne l’ala leghista, ad una fusione tra Monte Paschi di Siena e Banca Carige. La prima, aiutata dallo Stato con un decreto accettato dall’Europa a suo tempo sarebbe dovuto entrare a fare parte degli azionisti della banca genovese portando automaticamente a quel risanamento necessario alla sua sopravvivenza richiesto in simile modalità anche dalla BCE.
Questo porterebbe ad una sorta di “nazionalizzazione” di Carige ottenibile essenzialmente attraverso due strade che in realtà sono una sola: sia che si immetta liquidità in Mps, sia che il ministero del Tesoro decida di agire come socio di maggioranza avendo tra le sue mani il 68,25% di Monte Paschi. Una fusione “facile” da ottenere ma che scatenerebbe un inferno politico non indifferente dato che la Lega già scalpita per la riprivatizzazione della banca senese e che quindi vorrebbe anche Carige pronta a “privatizzarsi” di nuovo mentre i 5 stelle gradirebbero una nazionalizzazione definitiva targata Cassa Depositi e Prestiti.
La situazione attualmente è tutt’altro che semplice da gestire e non saranno poche le gatte da pelare in mano ai 3 commissari che dovranno fare i conti sia con gli azionisti dell’istituto, sia con i capricci del mercato che non possono essere considerati di default a favore di una banca attualmente allo sbaraglio.