Le indiscrezioni si stanno moltiplicando e non si sa davvero come accogliere: il salvataggio di Banca Carige passerà per il Decreto Crescita? E ancora più importante: la strada della scelta di mercato è stata abbandonata?
Se c’è una cosa che è evidente, per ciò che concerne l’istituto genovese, è che al momento la situazione è più complessa e meno chiara che mai. Alcuni giornali, in questo marasma, hanno iniziato a far girare la notizia che vi sarebbe pronto da approvare un bonus fiscale da 700 milioni di euro inserito in una norma scritta ad hoc per Carige. Insomma, un incentivo fiscale proposto a condizioni specifiche e che servirebbe per aiutare la banca genovese ad aggregarsi ad un altra sua simile come richiesto dalla Bce all’atto del commissariamento. Almeno questo è quello che sostiene il Corriere della Sera con le sue “indiscrezioni”.
Banca Carige otterrebbe questo “tesoretto” subito dopo aver trovato un partner industriale con cui fondersi e potrebbe usarlo immediatamente e non nell’arco di 10 anni. L’intero piano industriale messo a punto dai commissari è volto ad una rinascita che si basa principalmente sulla potenziale partnership dell’istituto bancario di Genova. Ed il soggetto “creato” deve sottostare al limite di massimo 30 miliardi di attività.
E’ importante sottolinearlo: per il momento si tratta solo di indiscrezioni ed ipotesi, ancora nulla di ufficiale è trapelato sia da fonti governative che dalla banca stessa. Quel che si può sperare, soprattutto per i correntisti, è che Banca Carige sia in grado di risolvere al più presto lo stato di crisi nella quale si trova.