Si complica la situazione di Banca Carige proprio nel momento in cui il salvataggio doveva essere stato raggiunto: Fitd infatti non giudica in modo positivo quella che potrebbe essere la partecipazione di Cassa Centrale Banca come partner commerciale.
Fitd e Banca Carige
E’ ormai palese da diverso tempo che il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi sia interessato a salvare Banca Carige ma quel che è importante comprendere è che come soggetto, per quanto stia investendo nel dossier, il Fitd non può accollarsi sulle proprie spalle l’intera operazione. E’ stato stabilito che per mettere in sicurezza l’istituto genovese vi è bisogno di un rafforzamento patrimoniale da 900 milioni di euro diviso in 700 di aumento e 200 di prestito subordinato. Una cifra molto alta la cui fonte di provenienza dovrà essere palesarsi entro il 25 luglio. Certo, ci potrebbe essere un po’ di flessibilità da parte della BCE ma è importante che tutti i tasselli di questo salvataggio “puzzle” vadano al posto giusto.
Ieri il Fondo ha dato mandato al proprio consiglio di convertire il bond da 318 milioni sottoscritto ad ottobre, ma la conversione stessa avverrà solo dopo che il piano da 900 milioni di euro verrà presentato.
L’offerta di Cassa Centrale Banca per Banca Carige
Cassa Centrale Banca, dal canto suo, proprio oggi si pronuncerà sulla sua partecipazione in Carige, prevista in un 9,9% della quota capitale: in base all’aumento di capitale di 700 milioni previsto, essa dovrà iniziare a versare 65 milioni di euro, chiedendo anche la possibilità di intervento sul bond. E’ qui che scatta il problema sopra esposto: al Fitd la proposta di CCB non piace: tra le condizioni poste vi è infatti uno sconto del 90% sull’opzione call per rilevare le quote del Fitd e la possibilità di esercitarla a 4 anni. Un tempo troppo lungo per il fondo che vorrebbe lasciare Carige fra un anno e mezzo al massimo senza mettere sulle proprie spalle eventuali fabbisogni di capitale. Certo, volendo il Fondo Interbancario potrebbe decidere di salvare Carige da solo ma rimane il fatto che la conversione del bond rimane basilare e la stessa può avvenire solo se venisse trovato tutto il capitale capace di coprire i 700 milioni necessari.
Nel caso non si riuscisse a raggiungere tale cifra attraverso tutti i partecipanti, ivi compresi gli azionisti della banca, l’istituto andrebbe in liquidazione. Il tempo sta davvero per scadere e nonostante la potenziale pazienza che la BCE potrebbe avere è necessario che eventuali “sostenitori” di Banca Carige si facciano vivi ed in fretta.