Intesa San Paolo ci va giù dura: ha infatti effettuato una “svalutazione totale per 54 milioni (80 milioni pretasse) sul bond subordinato di Banca Carige“. E’ stato lo stesso ad dell’istituto, Carlo Messina, a renderlo noto nel corso della conference call con gli analisti finanziari.
Cosa significa questo? In poche parole che, per il suo quarto trimestre 2018, Intesa Sanpaolo ha contabilizzato un onere contabile da 54 milioni legato alla svalutazione integrale del bond subordinato Carige da 80 milioni lordi sottoscritto dall’istituto. Non si tratta di una notizia buona per la banca ligure che con fatica sta tentando di risollervarsi, cercando la soluzione migliore per potere sistemare i suoi conti: va ricordato, tra le altre cose, che al momento Carige è commissariata.
Ad ogni modo le cose si muovono anche a livello politico: è stato infatti deciso che il Ministero dell’Economia debba trasmettere alle Camere ogni 4 mesi una relazione in cui darà dettagli sui grandi debitori di Banca Carige, ovvero coloro i cui crediti sono caduti in sofferenza per un ammontare pari o superiore all’1% del patrimonio netto della banca.
Si tratta dell’unica modifica eseguita al decreto relativo all’istituto ligure proposta da M5S rispetto al testo iniziale, uguale tra l’altro agli emendamenti di Silvia Fregolent del Pd e Sestino Giacomoni di Fi. In poche parole il ministero deve comunicare alle Camere una relazione quadrimestrale “relativa alle istanze presentate e agli interventi effettuati, nella quale sono indicati l’ammontare delle risorse erogate e le finalità di spesa, ai sensi del presente Decreto” che deve presentare al suo interno “le informazioni attinenti al profilo di rischio e al merito di credito, riferite alla data nella quale sono stati concessi i finanziamenti, dei soggetti nei cui confronti l’Emittente vanta crediti, classificati in sofferenza, per un ammontare pari o superiore all’1 per cento del patrimonio netto“.