Niente di fatto per Banca Carige: salta infatti il salvataggio da parte del fondo americano BlackRock: le indiscrezioni stampa palesatesi nella notte sono state poi confermati dai commissari dell’istituto genovese.
Una vera e propria tegola pesante e non desiderata su una questione annosa e difficile che sembrava poter contare fino a ieri su una soluzione valida e stabile. E’ stato comunicato quindi in via ufficiale che:
Al termine di un’articolata fase preparatoria, nell’ambito della quale si inquadra la delibera del Consiglio di gestione dello Schema volontario di lunedì 6 maggio, il fondo Blackrock ha ritenuto di non dare ulteriore corso alla sua iniziale manifestazione di interesse.
All’interno della stessa nota con la quale i commissari Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener, spiegano che “proseguono le valutazioni riguardanti ulteriori soluzioni di mercato finalizzate ad assicurare stabilità e rilancio di banca Carige” sottolineano allo stesso tempo che “restano, in ogni caso, ferme le previsioni del titolo II del dl 8 gennaio 2019 che consentono l’eventuale avvio dell’iter per la richiesta di ricapitalizzazione precauzionale al ministero dell’Economia“. In poche parole una ricapitalizzazione usando i soldi pubblici e quindi né più e né meno quello che è accaduto con il precedente Governo ed MPS: qualcosa sussurra che chi si lamentò tanto in passato firmerà ora i decreti senza troppo rumore.
Il no di fatto è arrivato dal comitato di investimento del fondo negli Stati Uniti e crea la mancanza del secondo fattore necessario al piano di rafforzamento patrimoniale di Banca Carige dopo il via libera di Fitd, pronto a fare la sua parte insieme all’investitore che avrebbe dovuto completare lo stesso con una cifra fino a 400 milioni di euro.
Chissà se Malcalza aveva pensato a tutte queste conseguenze quando ha fatto saltare lo scorso autunno l’aumento di capitale. Il 17 maggio è stato fissato il termine ultimo per le offerte vincolanti: cosa succederà?