Nuovo passo in avanti nella trattativa di Cassa Depositi e Prestiti e Atlantia per l’acquisto di Autostrade: la controllata dello Stato ha infatti presentato la sua ultima offerta per l’acquisizione di Aspi e la situazione, va sottolineato, si è fatta decisamente più interessante.
La nuova offerta e le sue implicazioni
E la motivazione è semplice: CDP ha messo sul tavolo una proposta che stavolta sarà difficile rispedire al mittente, anche per coloro che erano contrari alla cessione. I tempi, dopo 8 mesi, si sono fatti anche troppo maturi ed è ora di chiudere il dossier.Il passo in avanti più importante è stato raggiunto non tanto sul fronte dei soldi dove i fondi offerti sono rimasti invariati, quanto nell’approccio ad alcune clausole dell’offerta, che pongono la proposta di Cassa Depositi e Prestiti e dei fondi Blackstone e Macquarie su tutt’altro livello.
La cordata ha offerto per comprare Autostrade 9,1 miliardi ed ha modificato, secondo le indiscrezioni riportate da Huffington Post, le clausole legali in modo tale da favorire ai Benetton e agli altri soci un maggiore guadagno limitando i danni che gli stessi potrebbero pagare in futuro. La cifra indicata nell’offerta, va sottolineato, riguarda l’acquisizione del 100% di Aspi da parte della cordata: se si prende in considerazione l’acquisto di “solo” l’88% di Autostrade, la cifra scenderebbe a 8 miliardi.
Entrando nello specifico, le modifiche concrete dell’offerta hanno coinvolto le garanzie sui rischi e più nello specifico ciò di relativo al crollo del ponte Morandi a Genova e i danni per inquinamento nella costruzione della Variante di Valico. Nella proposta precedente le cifre alle quali rinunciare da parte dei Benetton e dei loro soci erano quantificate in un totale di 1,5 miliardi (700 milioni e 810 milioni), mentre ora, con il cambiamento eseguito, il totale scenderebbe sotto il miliardo pur rimanendo sotto i 500 milioni e quindi nel caso in cui Autostrade venisse condannata, la vecchia proprietà dovrebbe pagar meno rispetto a ciò che era stato offerto prima.
CDP fulcro dell’intero dossier
Cassa Depositi e Prestiti è senza dubbio il vero protagonista di questa contrattazione, come già chiaro nel luglio del 2020. Da quel momento il Governo stesso, che voleva “cacciare i Benetton“, ha dovuto fare i conti con il bisogno di presentare una proposta commercialmente appetibile e corretta: in fin dei conti non si può ignorare l’importanza di Autostrade come azienda simbolo dell’Italia e di come fosse necessario preservare la sua immagine nel riportarla in mano governativa.
In tal senso l’amministratore delegato di CDP Fabrizio Palermo sembra aver effettivamente lavorato nel modo giusto per costruire l’operazione industriale alla base dell’offerta.