Deutsche Bank è arrivata al capolinea: i problemi che si sono accavallati nel corso degli anni stanno chiedendo il conto all’istituto teutonico, portando la banca a dover attuare una vera e propria rivoluzione per ottenere il proprio riassetto. Una mossa che prevede fin da ora dei licenziamenti di massa.
Licenziamenti massivi in Deutsche Bank
Cambiamenti ai vertici, ma soprattutto tra le 18 mila e le 20 mila risorse licenziate: una cura amara, lacrime e sangue, per la prima banca tedesca. Le stime eseguite parlando di una perdita netta di circa 2,8 miliardi di euro nel secondo trimestre, tutti impiegati per il piano di ristrutturazione dell’istituto: cifra che salirà a 3 miliardi alla fine del percorso di “salvataggio”. Un piano quello di Deutsche Bank che prevede una forte riduzione delle attività di investimento e del personale al fine di evitare un aumento di capitale: licenziamenti o fuoriuscite agevolate entro il 2022.
Cosa c’è nel piano di ristrutturazione di Deutsche Bank
Il piano di ristrutturazione di Deutsche Bank prevede, da quel che si è saputo, il taglio della maggior parte delle attività di equity nei paesi del Pacifico ed in Asia: anche Honk Kong non verrà risparmiata. Nella nota che ha ufficializzato il piano di ristrutturazione della banca tedesca a margine del board della stessa, è possibile leggere come vi sarà una riduzione del 40% degli asset allocati in corporate e investment banking e l’uscita dal Global equity. E’ prevista inoltre la creazione di una bad bank in cui verranno trasferiti asset per 74 miliardi di euro.
Anche i vertici cambiano in Deutsche Bank
Non solo i lavoratori, ma anche il management della banca subisce un duro colpo con questo piano di ristrutturazione: Deutsche Bank infatti ha causato con lo stesso la fuoriuscita di Garth Ritchie, il capo della divisione Corporate and Investment dell’istituto che già lo scorso venerdì aveva fatto sapere di avere l’intenzione di abbandonare il suo posto “in seguito ad una decisione condivisa“. Ad esso è seguito poi Frank Strauss, capo della divisione retail e del commerciale: il suo è uno dei nomi che più fanno parlare perché la “spinta” a lasciare da parte della banca è arrivata dopo nemmeno due anni passati all’interno del board di Deutsche. Un’altra testa destinata a saltare, secondo indiscrezioni del Financial Times è quella di Sylvie Matherat: un addio che molti pensano dipenda dalle pressioni subite dal management da parte del fondo d’investimento e potente azionista Riebeck-Brauerei. E molto probabilmente altre posizioni salteranno.