Il dumping è la vendita di un prodotto nel mercato di un altro Paese ad un prezzo inferiore al “valore normale” o “fair value”. Di conseguenza, un prodotto è oggetto di dumping laddove il suo prezzo di esportazione sia inferiore al suo valore normale praticato nel Paese dell’esportatore. Per esempio un esportatore cinese vende un bene in Cina a prezzo 10, ed esporta lo stesso bene in Europa a 7. Il dumping è una discriminazione internazionale dei prezzi e viene spesso considerata una forma di concorrenza sleale e quindi una pratica sleale di commercio internazionale (dump: luogo di scarico di detriti o spazzatura), perché il prodotto è venduto, su un dato mercato e in un tempo preciso, ad un prezzo così basso per cui i produttori locali difficilmente possono competere con esso. L’Unione europea, come la maggior parte delle altre economie importatrici, si avvale di un sistema di strumenti di difesa commerciale. Questi strumenti, che consistono nell’applicazione di dazi antidumping al prezzo dei beni importati (diretti appunto a far innalzare il prezzo di vendita), permettono all’Unione Europea di difendere i propri produttori dalle importazioni effettuate in base a condizioni sleali.
Tuttavia oggi c’è un’altra variabile da considerare: le aziende europee fanno sempre più ricorso a basi di produzione al di fuori dell’Unione europea, pur mantenendo in Europa una parte notevole della loro attività e della manodopera. Dal punto di vista degli strumenti di difesa commerciale, la sfida consiste nel determinare se la normativa dell’UE prenda sufficientemente in considerazione la realtà dell’ esternalizzazione della produzione da parte delle aziende europee, che a loro volta entrano in concorrenza con la produzione basata in Europa, e che potrebbe essere colpita in maniera negativa dalle misure di difesa commerciale.Occorre riflettere sul fatto che l’azione per limitare il danno causato dalle pratiche di dumping può ripercuotersi sull’occupazione e sulla vitalità delle aziende europee che operano legittimamente attraverso una produzione esternalizzata.
Si allarga in questi giorni l’indagine della commissione europea su pratiche di vendita di acciaio sotto costo in Europa da parte di produttori asiatici. Il livello dell’euro porta la commissione ad esaminare questo settore con attenzione, che rappresenta un valore di importazioni intorno ai 2 Miliardi di Euro. Inoltre Bruxelles potrebbe aprire un’inchiesta anti-dumping sulle importazioni di candele prodotte in Cina, dando seguito a un ricorso presentato dai principali produttori europei, tedeschi e olandesi. Si apre una finestra di opportunità per i produttori europei, infatti se venissero applicati dazi antidumping, l’industria europea sarebbe protetta. Inoltre, si può vivere con il dumping cinese che devasta la nostra industria manifatturiera? La nostra economia è abbastanza provata, forse occorre trovare nuove e più precise alternative di tutela per i nostri produttori nazionali.
Salve,
sto cercando informazioni aggiornate riguardo le nuove regolamentazioni sull’importazione delle candele dalla Cina. E’ stato deciso qualcosa riguardo possibili dazi d’importazione imposti dalla UE?
Saluti,
Marco Castellaro