Esselunga collocherà un’emissione obbligazionaria la prossima settimana. Il bond verrà presentato da Marina Caprotti, vice presidente del gruppo, insieme a Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Citi ad investitori di Milano, Londra e New York.
Questo passaggio serve a tastare il terreno nell’attesa del debutto in Borsa ed allo stesso tempo a finanziare una parte del debito contratto per il riassetto della società nei confronti degli eredi della famiglia. Il valore del bond potrebbe salire nel caso gli investitori istituzionali lo trovassero particolarmente appetibile. Di certo, storicamente parlando, si tratta del più grande bond collocato per un gruppo italiano del settore dei supermercati e di uno dei più importanti a livello europeo. Lo scorso luglio, va ricordato, Esselunga era stata ricevente di un finanziamento, da parte di Citi, sindacato con Mediobanca, Unicredit, Intesa e poi ampliato a Banco Bpm e Bnp Paribas.
Sono state diverse le decisioni prese che hanno portato la società al punto in cui si trova ora: fortunatamente, nonostante il debito ed il riassetto, la società ha mantenuto un profilo patrimoniale solido, visto che il debito è il doppio del margine operativo lordo del gruppo, pari a 661 milioni nel bilancio del 2016. Nonostante la volontà di vendita da parte del defunto fondatore, la maggior parte degli eredi hanno deciso, sebbene non con lo stesso assetto iniziale, di mantenere la proprietà. L’Ipo, sottolineano gli esperti, farebbe parte di un piano di medio periodo e dovrebbe realizzarsi entro un biennio, se tutto dovesse andare come pianificato.
Ma prima, la collocazione del bond che, come già spiegato, è una prova generale.