Con la vittoria dei sì, per quanto risicata, nel referendum dei lavoratori di Mirafiori, per lo stabilimento torinese la Fiat avvierà un piano di investimenti da oltre un miliardo di euro. L’obiettivo è quello di andare a produrre veicoli di fascia alta, che costano di più rispetto alle normali utilitarie, e che quindi hanno anche un margine di guadagno superiore. Questo avverrà nell’ambito della nascita di una newco, una nuova società italo/americana tra la Fiat Auto e la Chrysler, e di una revisione delle condizioni contrattuali per i lavoratori. E’ proprio su questo “scoglio” che i lavoratori delle Carrozzerie Mirafiori si sono letteralmente divisi tra il fronte del sì e quello del no. Alla fine il sì l’ha spuntata e, quindi, i lavoratori dello stabilimento saranno riassunti con un nuovo contratto di lavoro che non sarà più il CCNL, ma agganciato alla produttività del sito stesso e con una riduzione, tra l’altro, delle pause dal lavoro, e con la possibilità di spostare la mensa a fine turno.
Sebbene sia stato giudicato dalla Fiom, quello del referendum, un risultato straordinario con il 46% dei lavoratori che hanno votato no, la Federazione della Cgil, stando agli accordi, non avrà rappresentanze all’interno dello stabilimento. La FIOM non ha intenzione di accettare tale esclusione, al punto che non è escluso il ricorso alle vie legali. Intanto in Borsa le azioni Fiat nelle ultime tre sedute hanno ulteriormente incrementato i guadagni d’inizio anno. Gli investitori e gli analisti continuano infatti a dare fiducia al “piano-Marchionne“, ed al recente spin off, snobbando nello stesso tempo gli ultimi dati sulle vendite di nuovi veicoli della casa automobilistica torinese.
Il sì agli investimenti a Mirafiori, tra l’altro, permetterà a Fiat Auto di portare avanti gli obiettivi che, a regime, ed al verificarsi di alcuni eventi di performance, dovrebbero permettere alla multinazionale torinese di poter crescere ulteriormente nel capitale di Chrysler.
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