Di guadagni stellari sui mercati finanziari oggi giorno se ne sentono tanti. Si tratta di profitti stellari che i grandi fondi di investimento speculativi, noti come hedge funds, riescono a realizzare nell’anno solare sfruttando le inefficienze dei mercati e seguendo il trend in maniera esemplare. Questa volta a far parlare di sé per i guadagni ottenuti in un solo anno non è il fondo speculativo di turno, bensì il fondo pensione pubblico giapponese. Fino a poco tempo fa non era certo noto per la sua aggressività, ma per la sua eccessiva prudenza.
Negli ultimi mesi qualcosa è cambiato, spinto anche dal governo nipponico che ha chiesto espressamente di alzare i rendimenti del fondo. Il fondo pensione pubblico giapponese (Gpif) è il più grande al mondo. Complessivamente gestisce asset per 120.470 miliardi di yen, ovvero più di 1.200 miliardi di dollari. Lo scorso 31 marzo ha chiuso l’esercizio fiscale con un profitto record di 11.220 miliardi di yen.
Gpif ha quindi messo a segno un guadagno di 113 miliardi di dollari, realizzando un rendimento del 10,23%. Nell’anno fiscale precedente il profitto era stato di “appena” 2.610 miliardi di yen, pari a un modesto ritorno sul capitale investito del 2,32%. Il boom dei profitti è stato reso possibile dalla politica economica promossa dal premier nipponico Shinzo Abe, nota ormai come Abenomics, che ha consentito allo yen di perdere costantemente valore sul mercato dei cambi e alla borsa di Tokyo di arrivare a guadagnare più del 70% in sei mesi. In pratica, si può dire che è stata una gran bella scommessa speculativa del governo giapponese.
Il fondo pensione pubblico del Giappone ha realizzato ottimi risultati anche in altre linee di investimento: +28,91% sulle partecipazioni azionarie estere, +23,4% sul mercato azionario di Tokyo, +18,3% sulle obbligazioni estere, +3,68% sulle obbligazioni domestiche. Il fondo ha investito per la prima volta anche sulle borse dei paesi emergenti, guadagnando un robusto 33%. Al 31 marzo 2013 nel portafoglio del fondo c’erano i titoli di stato giapponesi con un peso del 59,6%, azioni giapponesi per il 14,06%, bond straniere per il 9,44% e azioni straniere per l’11,91%.