Intesa Sanpaolo cerca acquirente in Russia: da quel che si evince vuole ridurre la sua esposizione nel paese. La banca italiana starebbe cercando qualcuno in grado di rilevare la sua attività, trovando però problemi a causa delle sanzioni.
Al lavoro per ridurre l’esposizione transfrontaliera
È stato lo stesso Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo a riferire in tal senso nel corso di un’intervista con Bloomberg Television. In un momento non propriamente positivo per i mercati che risentono della situazione geopolitica generale con lo spread arrivato, tra le altre cose, a quota 204. Il manager ha poi sottolineato che, essendo limitata la presenza della banca in Russia, alla fine “il vero punto è lavorare per ridurre l’esposizione transfrontaliera“.
Alla fine della scorsa settimana, Intesa ha pubblicato i dati relativi al suo primo trimestre dell’anno: L’utile netto è superiore al miliardo, ben oltre le attese degli analisti. Ma allo stesso tempo l’istituto si è espresso con cautela per quello che concerne la guidance, citando sì una previsione di utile netto che supera i 4 miiliardi, ma a patto che nel corso del tempo non si presentino “cambiamenti critici nell’offerta di materie prime e di energia“. Ha parlato anche di un profitto netto “ben superiore a 3 miliardi anche con l’ipotesi molto conservativa” relativo a una copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina.
La sua esposizione verso il paese di Vladimir Putin è pari a circa 4 miliardi di euro, con una svalutazione pari a 800 milioni relativa all’attività del primo trimestre. È noto che al pari di Unicredit la banca di Messina stia studiando come uscire dalla mercato russo in seguito all’attacco perpetrato nei confronti dell’Ucraina che ha dato origine al conflitto in atto.
Titolo Intesa Sanpaolo confermato neutral
Parlando di Intesa Sanpaolo come titolo gli esperti di Mediobanca Securities hanno confermato il rating neutral e il prezzo obiettivo a 1,9 euro . Generalmente c’è preoccupazione per quella che è attualmente la situazione bancaria europea. E ovviamente l’Italia non rappresenta un’eccezione dato che la “resilienza del costo del rischio” finora abbastanza forte, potrebbe essere disturbata e non poco da un rallentamento dell’economia. Una situazione con la quale bisogna fare i conti perché “percorso” già iniziato proprio a causa della guerra in Ucraina.
Alla fine di marzo Intesa SanPaolo ha registrato un Cet1 ratio del 13,6%, in calo di 40 punti base trimestre su trimestre e l’indice di solidità patrimoniale Fully loaded sarebbe al 12,6% dopo il buyback di 3,4 miliardi di euro. In base alle future decisioni della BCE sarà necessario fare attenzione al futuro.