Intesa SanPaolo presenta il suo piano industriale e nonostante una non molto positiva giornata per le Borse, riesce nonostante tutto a reagire bene, attutendo il crollo che ha colpito l’intero listino bancario. Nonostante le banche venete e la loro acquisizione l’utile della banca di Carlo Messina è più che positivo.
Intesa chiude infatti il 2017 con un utile di 7,3 miliardi di euro, includendo nel conto i 3,5 miliardi assegnati dal Ministero delle Finanze in seguito all’acquisizione delle banche venete: senza di esso l’utile sarebbe comunque stato positivo sebbene dimezzato. Buoni numeri provengono anche dai dati del quarto trimestre che viene chiuso con un guadagno in crescita a 1.428 milioni, in rialzo rispetto al 2016. Non bisogna poi dimenticare il pagamento di 3,4 miliardi di dividendi che porta il saldo del quadriennio a 10 miliardi: insomma buone notizie per i soci. Le previsioni per l’anno in corso sono positive, con un aumento dell’utile netto rispetto al 2017 ed un calo del costo del rischio.
Tornando al piano industriale Intesa SanPaolo rende noto di voler raggiungere al 2021 un utile netto di 6 miliardi archiviando un tasso di crescita medio annuo del 12,1% con i proventi operativi in aumento del 4% medio annuo a 20,8 miliardi. E’ previsto inoltre il raggiungimento di un calo nei costi operativi pari allo 0,9% annuo a 9,5 miliardi, con un cost/income in miglioramento al 45,4%. Il CET1, secondo le previsioni, sarà pari al 13,1% nel 2021: all’interno delle stime viene tenuta da conto l’uscita volontaria di 9 mila persone e la chiusura di circa 1.100 ulteriori filiali.
Per ciò che concerne i crediti deteriorati lordi, si punta al dimezzare gli stessi fino a scendere a 26,4 miliardi mentre per le Risparmio, il board della banca vuole proporre al cda la conversione obbligatoria delle azioni di risparmio della banca in azioni ordinarie con un rapporto di conversione pari a 1,04 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio.