Inizia oggi e finirà il prossimo 28 luglio l’OPS o Offerta pubblica di Scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, una operazione che ha fatto tanto discutere fin dal suo annuncio a inizio anno e che ha tenuto banco, tra una preoccupazione e l’altra, anche nel corso del picco più alto della pandemia di Coronavirus in atto in Italia.
Non bisogna dimenticare che il gruppo risultante da un’eventuale acquisizione sarebbe tra i più grandi in Europa L’offerta ha per oggetto 1,144 milioni di azioni ordinarie UBI e prevede l’assegnazione di 1,7 azioni Intesa per ogni azione UBI portata in adesione. Quindi, il concambio è pari a 17 azioni Intesa per 10 azioni UBI portate in adesione all’Offerta. Quale è lo scopo della banca di Carlo Messina? Con l’OPS l’obiettivo è quello di ottenere la maggioranza semplice del capitale della banca bergamasca, corrispondente al 50% più un’azione: fattore che darebbe modo a Intesa di avere il controllo del cda.
Ovviamente, al fine di evitare problemi con l’Antitrust e l’IVASS, l’OPS prevede anche la cessione di un ramo bancario di 532 sportelli a BPER e del ramo assicurativo a UnipolSai. Come è possibile leggere nel documento relativo:
L’offerta rappresenta un’operazione di mercato rivolta direttamente a tutti gli azionisti di UBI per consentire l’integrazione in Intesa Sanpaolo, al fine di valorizzare le potenzialità dei due gruppi tramite la creazione di una realtà leader in Italia e di dimensioni europee.
Le sinergie risultanti stimate, non va dimenticato, sono pari a circa 3,2 miliardi di euro.
Cosa ne pensa Ubi Banca
Se Intesa Sanpaolo è da mesi galvanizzata alla sola idea della procedura, di differente avviso è UBI Banca, il cui Consiglio di Gestione, giusto qualche giorno fa, ha formalmente sconsigliato l’offerta giudicandola non conveniente per la banca e per i suoi azionisti, sia per via della mancanza di un corrispettivo in denaro, sia perché si ritiene che l’istituto di Carlo Messina abbia sottostimato il reale valore della banca e le sinergie a favore degli azionisti. Secondo UBI Banca, quindi, le condizioni poste per l’OPS favoriscono gli azionisti di Intesa a scapito di quelli di UBI e non creano valore per i suoi stakeholder.
Intesa Sanpaolo dal canto suo non sembra intenzionata a cedere facilmente, nella speranza che i diversi azionisti si muovano a suo favore. Ha infatti sottolineato, dopo aver saputo della decisione del Consiglio di Gestione, che “la fusione è uno degli strumenti per massimizzare la creazione di valore dell’operazione, ma anche in assenza della medesima gli obiettivi strategici e le sinergie sono in larga parte conseguibili” soprattutto se dovesse raggiungere anche solo la maggioranza semplice.