Abbiamo parlato di gap nei precedenti articoli, è giunto il momento di scoprire cosa sono e soprattutto come possono fornirci indicazioni utili. Innanzitutto, la definizione:
GAP ( dall’inglese: salto) è il termine tecnico che indica uno spazio del grafico nel quale non si è manifestata alcuna attività di compravendita. Prendiamo un grafico a candele giapponesi (che ormai conosciamo e sappiamo leggere) a time frame daily dell’SPMIB per spiegare le due grandi categorie di gap:
Gap-down: il gap-down, si forma quando il low (minimo) di una barra (in questo caso giornaliera) è maggiore dell’high (massimo) della barra successiva.
Osserviamo con attenzione:
1° barra: 06 Marzo 2008 – Minimo 32746
2° barra: 07 Marzo 2008 – Massimo 32626
La zona compresa tra il minimo del 6 Marzo e il massimo del 7 Marzo è un range di prezzi nel quale non vi è stato alcuno scambio: questo un gap-down. Due giorni dopo, le contrattazioni sono rientrate nel range del gap-down, ma senza colmarlo, mentre il 12 Marzo i prezzi sono entrati a colmarlo definitivamente per poi riprendere il trend ribassista.
Gap-up: il gap-up, si forma quando l’high (massimo) di una barra (in questo caso giornaliera) è minore del low (minimo) della barra successiva. Di nuovo, con riferimento all’immagine in alto, osserviamo con attenzione:
1° barra: 20 Marzo 2008 – massimo 30654
2° barra: 25 Marzo 2008 – minimo 31121
La zona di prezzi compresa tra questi 2 valori ha creato un gap-up poiché in questo range non vi è stato alcuno scambio. Il giorno successivo (26 Marzo) i prezzi hanno accennato ad entrare nel range del gap-up creato, ma subito sono tornati al di sopra di quest’ultimo.
Il grafico mostrato non è completo, potete andare a vedere voi stessi se questo gap-up è poi stato colmato più avanti nel tempo.
Leggenda vuole, che i gap del mercato siano sempre colmati. Che sia vero o meno, lo si può verificare autonomamente studiando il grafico storico del proprio strumento preferito.
In ogni caso, come abbiamo visto, sono da tenere sotto osservazione e da includere nelle analisi grafiche come supporto alla propria operatività per la ricerca di eventuali target di prezzo.
1 commento su “Introduzione ai “salti” del prezzo: gap up e gap down”