La crisi dei debiti sovrani e i timori di un collasso dell’euro nel medio termine stanno spingendo sempre più ad acquistare titoli di stato percepiti come free risk, che però non offrono alcun rendimento sul capitale investito. Si tratta del cosiddetto fly to quality, letteralmente volare verso la qualità. E’ un contesto di mercato che vede gli investitori acquistare strumenti finanziari con rendimenti reali negativi (cioè depurati dal tasso di inflazione), con l’obiettivo di preservare il capitale piuttosto che cercare un ritorno fisso dal capitale investito.
La prassi è molto simile a quella di tenere il denaro sotto il materasso, ma chiaramente non è immune da inconvenienti. Infatti, in ogni caso bisognerà fare i conti con l’erosione del potere di acquisto determinata dall’inflazione. Quando si acquistano i beni rifugio (come ad esempio il Bund tedesco), la ricerca di protezione è più forte di quella del guadagno. Basta pensare cosa è successo ieri nell’asta dei titoli di stato tedeschi a due anni, che hanno offerto agli investitori un risicato rendimento dello 0,07% e nessuna cedola. Eppure l’asta ha registrato ancora un sold-out.
► ASTA BOND TEDESCHI A CEDOLA NULLA
Oggi i paesi che si finanziano a tasso zero sono diversi: Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Svizzera, Finlandia, Olanda, Danimarca, ma anche Austria e Francia che comunque non sono state esenti da pressioni nei periodi più turbolenti della crisi dell’euro. Il confronto è impietoso con paesi come Spagna e Italia, che invece sulla scadenza a due anni devono finanziarsi rispettivamente al 4,2% e al 3,5%. Il fly to quality porta i paesi “periferici”, con rating basso e meno sicuri, ad abbassare i prezzi e alzare i rendimenti per collocare il debito, mentre i paesi “core”, con rating massimo (o quasi) e molto sicuri, vedono lievitare il valore dei loro titoli con rendimenti sempre più vicini allo zero.
► PERCHE’ IL RENDIMENTO DEI BUND E’ SUI MINIMI DI SEMPRE
Il desiderio di protezione potrebbe ancora aumentare in futuro. Secondo il FMI, da qui al 2016 ci saranno 9.000 miliardi di dollari di bond sovrani “sicuri” in meno che farà aumentare ancora di più la richiesta dei titoli di stato “AAA”. Secondo le stime del FMI, a fine 2007 il 68% dei paesi aveva il rating “AAA”, oggi siamo al 52%: ciò vuol dire che 15.000 miliardi di dollari di titoli sicuri sono scomparsi all’appello tra i beni rifugio.