Il governo irlandese ha annunciato che esiste una concreta possibilità di poter investire insieme agli altri partiti all’interno sistema bancario nazionale, dato che i prestatori del paese nordeuropeo stanno tentando di rinvigorire il capitale, quasi completamente esaurito dalla crisi finanziaria globale e dalla conclusione del boom nelle proprietà decennali. Come ha fatto sapere Brian Lenihan, ministro delle finanze irlandese:
In alcune circostanze sarebbe più appropriato per lo Stato, attraverso il National Pensions Reserve Fund o in altri modi, di considerare di integrare gli investimenti privati.
La Irish Association of Investment Managers, i cui dodici membri gestiscono circa 260 miliardi di euro, ha fatto sapere proprio questa settimana di essersi rivolta allo stesso Lenihan a nome delle principali istituzione di investimento, al fine di immettere nuovo denaro nei quattro prestatori pubblici del paese. C’è però da precisare che l’associazione, la quale ha sede a Dublino, non ha precisato di quali istituzioni si tratta. Le banche irlandesi stanno attualmente affrontando un periodo difficile a causa delle crescenti perdite nei prestiti ipotecari e per la caduta del proprio profitto. Mentre il governo ha garantito i depositi e i prestiti per i suoi sei maggiori prestatori, ha posto invece un freno agli investimenti nelle banche da parte degli altri stati europei.
Lo stesso Lenihan, intervenuto a un meeting a Dublino con gli esecutivi dei principali prestatori nazionali, tra i quali figuravano Bank of Ireland Plc e Allied Irish Banks Plc, ha affermato di non aver avanzato nessuna proposta di fusione tra gli istituti. Le banche lavoreranno insieme agli investitori e al governo per sviluppare le materie di intervento. Bank of Ireland in particolare, la maggior banca della nazione per volume di asset, aveva già fatto sapere pochi giorni fa di aver ricevuto delle proposte non richieste da alcuni offerenti intenzionati ad acquistare le partecipazioni dell’istituto.