La Iveco rimane in mani italiane: è infatti saltata la trattativa che avrebbe portato il brand specializzato nella creazione di veicoli pesanti nelle mani della società cinese Faw Jiefang, da parte di Cnh Industrial. Se fosse andato in porto l’accordo avrebbe portato Exor, la controllata della famiglia Agnelli che ne detiene la proprietà un guadagno importante.
Governo soddisfatto dello stop alla trattativa
Si parla, secondo indiscrezioni provenienti dalla stampa, di un pagamento totale pari ai 3,5 miliardi per la sua cessione. Nelle scorse settimane quello della Iveco era uno dei dossier sui tavoli del governo che più scottavano e sono in molti a pensare che dietro al fallimento della compravendita con Faw Jiefang vi sia anche la mano dello Stato. La ragione? La Iveco è una industria storica, ritenuta di interesse strategico per l’Italia. Si sussurra che ad interessarsi della questione sia stato lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi, dopo che era stata ventilata l’ipotesi di utilizzare il golden power per evitare una compravendita scomoda da parte dell’azienda cinese.
Indiscrezioni queste che potrebbero essere confermate dalle parole del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha commentato:
Accogliamo con favore e valutiamo positivamente la notizia del mancato perfezionamento della trattativa tra Cnh e Faw Jiefang per la vendita di Iveco. Il governo italiano ha seguito con attenzione e attiva discrezione tutta la vicenda perché ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico nazionale. Il Mise è pronto a sedersi al tavolo per intervenire per tutelare e mantenere questa produzione in Italia.
Anche i sindacati contenti per il mancato accordo
La mancata vendita di Iveco alla società cinese è stata accolta con favore anche dai sindacati: Michel De Palma, responsabile della Fiom-Cgil del settore automotive ha poi rilanciato chiedendo delle certezze per un “settore strategico” i cui lavoratori meritano di essere tutelati “con tutti gli strumenti a disposizione del Governo con le risorse del Recovery Fund” por consentire alla filiera di produzione di poter di funzionare in modo corretto.
La mancata cessione non risolve il dossier Iveco, anzi appare ancora più necessario di prima trovare una soluzione ai problemi di questa azienda. Va ricordato che la controllata di Exor possiede tre stabilimenti: a Brescia, dove si costruisce l’Eurocargo e il Suzzara, a Mantova dove si produce il Daily e Torino, dove ha casa la progettazione per un totale di oltre seimila dipendenti sul territorio nazionale.
Cosa succederà ora è tutto da vedere: l’azienda cinese tornerà all’attacco? Si faranno vivi nuovi compratori? Quel che è certo è che una soluzione deve essere trovata.