Il miglioramento del sentiment sui mercati finanziari ha spinto fondi, investitori e banche a rivedere l’asset allocation degli ultimi mesi tornando a guardare con interesse ai titoli di stato della periferia europea. A partire da fine luglio scorso, ovvero quando Draghi ha dichiarato di essere pronto a tutto pur di salvare l’euro, la situazione sui mercati è notevolmente migliorata e nel giro di un mese e mezzo è avvenuto un poderoso rally di azioni, bond, commodity e valute speculative.
Molte banche d’affari e fondi di investimento hanno ripreso a comprare bond italiani e spagnoli, fino a quel momento ritenuti molto rischiosi tanto che lo spread di Italia e Spagna era volato rispettivamente sopra 500 e 600 punti base. Secondo Nicholas Gartside, chief investment officer per il reddito fisso di Jp Morgan Asset Management, il via libera della Corte Costituzionale tedesca al fondo salva-stati Esm e al fiscal compact dà stabilità ai mercati e rafforza la visione positiva sull’Europa e l’Italia.
Le recenti mosse della Bce hanno spinto il money manager di Jp Morgan, che gestisce un portoflio di 840 miliardi di dollari investiti in bond di tutto il mondo, ad assumere una forte posizione sui titoli della periferia europea ma soprattutto sull’Italia, alla quale viene assegnato un rating “overweight” (sovrappesare in portfolio). Tra luglio e agosto il fondo Eu government bond di Jp Morgan Am ha aumentato la quota investita in bond italiani del 5,5% oltre il benchmark, portandola al 28%. Gartside ritiene che i bond governativi italiani siano più interessanti dei corporate bond perché più liquidi.
Il gestore si aspetta ora un miglioramento della situazione da un punto di vista politico. Gartside ritiene che “tutto quello che le banche centrali potevano fare per ridare fiducia ai mercati è stato fatto. Ora deve intervenire la politica”. Gartside si aspetta interventi decisi dal lato della crescita economica, un problema che mette in difficoltà non solo l’Italia ma anche gli altri paesi europei.