La Lego è l’azienda che meglio di tutte è riuscita a superare la pandemia di coronavirus? La risposta sembra essere positiva, almeno stando ai numeri relativi al 2021 e al commento del Financial Times, il quale non si è fatto problemi a mostrare ai suoi lettori la ricetta vincente dell’azienda danese.
Ottima performance 2021 della Lego
La Lego, produttrice dei famosi mattoncini, è una delle poche società che hanno mostrato di essere state in grado di non farsi abbattere dalle problematiche produttive o logistiche che hanno colpito la maggior parte delle aziende mondiali. Nel corso del lockdown imposto dalla pandemia di coronavirus, la gente ha dovuto riscoprire per forza il “bello” del gioco e dell’intrattenimento casalingo e i noti mattoncini, sia nella versione classica che in quella dei numerosi kit più o meno “tecnologici”, hanno conquistato un ruolo da protagonista.
Un trend positivo registrato nel 2020 che ha ampliato ancora di più la sua potenza nel 2021, facendo registrare vendite e profitti da record: nei primi sei mesi del 2021 ha visto aumentare il proprio utile netto del 140% superando i 6,3 miliardi di corone danesi, pari a circa 847 milioni di euro mentre il fatturato ha subito un incremento del 46% raggiungendo i 23 miliardi di corone, ovvero circa 3 miliardi di euro. Un successo dettato, se analizzato tecnicamente, alla domanda legata al prodotto e all’indebolirsi delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Punto di forza i negozi fisici del marchio
Va sottolineato che questa tendenza positiva è riscontrabile un po’ in tutto il settore dei giocattoli: anche la Hasbro, in particolare con i My Little Pony ha fatto registrare ottimi numeri. Come ha sottolineato il ceo del gruppo Niels B. Christiansen nella relazione finanziaria, la “performance è stata guidata da una forte domanda” per la gamma specifica di Lego. I prodotti più venduti? I kit Lego City, Star Wars, Harry Potter, Lego Creator Expert e Lego Technic.
Un successo sostenuto dalla possibilità delle fabbriche di poter lavorare senza interruzione per via dell’allentamento delle restrizioni. Per la Lego non si tratta semplicemente di un’ottima performance in termini assoluti, ma anche di una pietra miliare importante raggiunta se si pensa che nel 2003 il gruppo ha rischiato di fallire: non bisogna dimenticare inoltre che rispetto ad altri marchi come Mattel e Hasbro non può contare su una lista di prodotti diversificati in tipologia.
A rappresentare un ulteriore punto di forza per l’impresa danese è stato senza dubbio l’aver voluto scommettere sulla creazione di negozi fisici a marchio proprio: da quando è iniziata la pandemia sono state circa cento le nuove aperture.