Nessuno se lo aspettava: a sorpresa Vincent Bolloré ha deciso di lasciare il patto che lega i principali soci di Mediobanca, approfittando della possibilità data dalla finestra d’uscita aperta fino al 30 settembre. Cosa significa questo?
Il manager, lo ricordiamo, è il primo azionista di Tim e secondo socio di Mediaset attraverso Vivendi e possiede la seconda quota di maggior rilevanza all’interno di Mediobanca pari al 7,9%: con la sua uscita, il patto che al momento unisce il 28,47%, scenderà sotto quota 25% e non sarà più rinnovabile automaticamente. Questo potrebbe, dato il mancato rinnovo automatico del patto, portare i soci rimasti a creare una realtà differente e più contenuta con le stesse mansioni. Ecco cosa viene spiegato in una nota, resa pubblica dall’istituto di Piazzetta Cuccia, nella quale si sottolinea che vi è “soddisfazione per gli eccellenti risultati conseguiti dal gruppo Mediobanca, convinto sostegno all’attuale strategia e pieno supporto al suo management”:
Dopo quasi vent’anni di adesione all’Accordo la scelta è collegata al crescente impegno finanziario del gruppo Bolloré in Vivendi.
E’ importante sottolineare che il Gruppo Bolloré intende ad ogni modo mantenere in portafoglio la partecipazione senza però avere vincoli di qualsiasi genere. Ed è facile intuire che il finanziere punterà la sua attenzione su Telecom, probabilmente con l’intenzione di tornare alla guida della società. In fin dei conti la quota di Bolloré in Vivendi è cresciuta fino al 26,2% quest’anno e l’uscita dal patto dei grandi soci di Mediobanca darà modo al francese di gestire con maggiore flessibilità i propri possedimenti finanziari.