MPS approva il capital plan con l’obiettivo di raggiungere una fusione e questo significa, tra le altre cose, non poter andare più avanti da soli in questa corsa alla “stabilità”.
Bisogno di un partner per ripresa
Una storia ben diversa rispetto a quella raccontata ad inizio dicembre quando la banca toscana sembrava convinta di poter andare avanti da sola mantenendo una sua autonomia a prescindere dall’appoggio dello Stato. Ora ci si rende conto che la necessità di un partner industriale non può essere ignorata: Monte Paschi di Siena ha bisogno di trovare un compratore e portare a termine una fusione.
Diversi indizi e indiscrezioni vogliono che quel nome, al momento, sia quello di Unicredit, istituto che sarebbe in grado di gestire al meglio quelle che sono sia le problematiche che le peculiarità della banca senese.
Il capital plan approvato da MPS ora deve essere inviato alla BCE come è stato richiesto lo scorso 28 dicembre per comprendere se l’istituto toscano possegga o meno i requisiti patrimoniali Srep. Spiegano da Monte Paschi:
Il capital plan è stato predisposto avendo presente l’obiettivo di trovare una potenziale soluzione strutturale per la banca, inclusa un’operazione di m&a con un partner di primario standing, in linea con il commitment assunto dal governo italiano nel contesto del piano di ristrutturazione 2017-2021 e recentemente ribadito nel Dpcm del 16 ottobre 2020, nel cui ambito viene segnalato opportuno avviare un processo di dismissione della partecipazione detenuta dal Ministero nel capitale sociale di Mps, da realizzare con modalità di mercato e anche attraverso operazioni finalizzate al consolidamento del sistema bancario.
Quale è la situazione attuale
La situazione, nella sua complessità è comunque molto semplice: o MPS trova un partner con il quale possa dar vita a una fusione o l’unica alternativa che rimane è quella del rafforzamento patrimoniale, che in questo caso porterebbe lo stato italiano dovrebbe mettere nelle casse della banca di Guido Bastianini almeno un miliardo di euro sui 2,5 decisi dal capital plan di MPS.
E non solo, da quel che è emerso in base alle prima trattative e discussioni che hanno avuto luogo con DG Comp, MPS dovrà presentare, in aggiunta a quello che è stato deciso, anche “ulteriori misure di compensazione per il mancato rispetto di alcuni commitment definiti nel piano di ristrutturazione 2017-2021”
La ragione sta nel fatto che per andare avanti con il rafforzamento patrimoniale, la banca senese ha bisogno dell’approvazione della revisione del piano da parte di DG Comp: si tratta di un pre-requisito all’intera operazione.
Il rafforzamento dovrà inoltre essere approvato anche dalla Banca Centrale Europea.