Mps lancia un Ops, offerta di scambio totalitaria, su Mediobanca. Per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro.
Cosa ha intenzione di fare Mps
Un’operazione che sottintende un premio del 5%. Un tentativo di scalata che, se pensiamo agli azionisti delle due banche, potrebbe anche andare in porto. Mai come in questi ultimi mesi il settore bancario ha mostrato di essere frizzantino. Offerte, proposte di fusione: cè n’è davvero per tutti i gusti. Recentemente il Mef è potuto scendere all’11% del capitale di Mps grazie all’entrata di azionisti come Del Vecchio e Caltagirone.
Gli stessi che con molta probabilità, come azionisti di Mediobanca, non avranno molta difficoltà a essere d’accordo sull’offerta di scambio. A prescindere da queste note di colore finanziario, bisogna tenere da conto che Mediobanca possiede nelle sue mani anche il 13% delle Assicurazioni Generali.
Di conseguenza l’intera operazione iniziata da Mps potrebbe avere più conseguenze di quelle che si pensa. È importante ricordare che, in quanto a “risiko bancario”, così viene definito attualmente, sul piatto abbiamo anche un tentativo di Unicredit di far proprio Banco Bpm, tra gli azionisti più rilevanti di Mps proprio grazie anche alla partecipazione della Delphin dei Del Vecchio e del gruppo Caltagirone.
Numeri importanti di cui tenere da conto
I numeri ci raccontano che le due famiglie posseggono insieme il 27,6% di Mediobanca, il 15% di MPS e il 16,86% di Generali. In tutto ciò bisogna poi tenere da conto di quella che sarà la volontà del Governo sia per la porzione di capitale posseduta in Monte Paschi di Siena sia per via del Golden Power.
Parlando di pagamenti, Mps offre agli azionisti di Mediobanca 2,3 azioni di nuove emissioni di Mps per ogni azione di Mediobanca, offrendo quindi essenzialmente quasi 16 euro per azione e un premio di circa il 5% rispetto ai prezzi ufficiali datati 23 gennaio 2025.
Perché la banca senese sta tentando la scalata di Mediobanca? L’intenzione, esplicitata in una nota, è quella di creare un “campione” nazionale all’interno del settore bancario italiano che unisca Mps, forte nel credito a imprese e famiglie a Mediobanca, banca d’affari specializzata nella gestione dei patrimoni e nella consulenza.
Secondo la nota pubblicata, questa transazione darà modo di poter beneficiare del valore della trasformazione delle imposte anticipate (dta) di Mps in crediti d’imposta. Il nuovo gruppo, secondo i calcoli, sarà in grado non solo di accelerare l’utilizzo di 2,9 miliardi di dta nei prossimi sei anni, ma potrà contare su sinergie ante imposte al regime per circa 700 milioni l’anno di cui 300 milioni di ricavo, 300 di costo e 100 di funding.