No alla statalizzazione di MPS: la Comunità Europea su questo non vuole sentire ragioni. E richiama Lega e Movimento 5 Stelle per alcuni accenni fatti sul futuro della banca e sulla partecipazione statale alla stessa. L’intervento dello Stato, spiegano da Bruxelles, deve essere qualcosa di temporaneo.
I due maggiori partiti italiani a quanto pare non la pensano allo stesso modo dato che all’interno del loro contratto di Governo gli stessi hanno scritto che “lo Stato azionista deve provvedere alla ridefinizione della mission” della banca ed è stato purtroppo possibile toccare con mano quelle che sono state le conseguenze della rivelazione di tale posizione attraverso le parole del responsabile economico della Lega Claudio Borghi. L’auspicare una Monte Paschi di Siena pubblica al 100% con nuovi ad e che non sia quotata in borsa ha fatto crollare il titolo a Piazza Affari lo scorso 17 maggio del 9 % con un ulteriore calo del 3 % nella giornata successiva di contrattazione, portando addirittura la Consob ad esprimersi sull’utilizzo della massima prudenza anche solo nelle comunicazioni relative ad Mps.
Il commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha ricordato che lo Stato Italiano deve “uscirne una volta che la situazione ritorna in acque tranquille” con la banca che “torna a camminare di nuovo sulle sue gambe“. Entro il 2012 lo Stato deve cedere la quota pubblica, pari al 68% per recuperare l’investimento. L’istituto sta facendo di tutto per uscire dalla crisi che lo ha investito e stava facendo un lavoro apprezzabile fino al crollo della prossima settimana: c’è da auspicare che tutti gli interlocutori sappiamo comprendere di dover prendere una posizione adatta alle necessità della banca.