Non solo Sia con la quale si è accordata sei settimane fa ma anche Nets: Nexi fa il bis e chiude con il gruppo per la fusione, dando vita a una piattaforma relativa ai pagamenti che coinvolge oltre 25 paesi.
I numeri della fusione tra Nexi e Nets
Le sinergie ricorrenti stimate tra Nexi e Nets sono pari a 170 milioni annui, cifra che deve essere aggiunta a quelle dal valore di 150 milioni derivanti dall’accordo con Sia: a conti fatti, da questi due matrimoni nasce un “figlio” dal valore di circa 2,9 miliardi di ricavi e 1,5 miliardi di Ebitda. Agli azionisti di Nets andrà il 39% in Nexi + Nets mentre gli azionisti di Nexi avranno una quota pro-forma pari al 61% in Nexi + Nets.
Come indicato dalle due aziende, il fine da raggiungere è quello di “conseguire un profilo superiore di profittabilità e generazione di cassa su larga scala, con resilienza del business ulteriormente rafforzata grazie alla diversificazione geografica, all’esposizione all’e-commerce e alla concentrazione della base clienti significativamente ridotta“. In questo modo sarà possibile per Nexi e Nets stabilire ulteriori investimenti e opportunità di crescita in Europa.
I tempi della fusione tra Nexi e Nets
E’ importante ricordare che questa fusione in atto tra Nexi e Nets è da considerare all’interno di un contesto più ampio che coinvolge anche la fusione Nexi -Sia e che questo si traduce in uno specifico tempo di esecuzione delle due procedure. La fusione tra Nexi e Sia, focalizzata in modo specifico sull’Italia partirà infatti nel 2021: nel 2022, successivamente, partirà quella tra Nexi e Nets. Gli azionisti di quest’ultimo, è stato stabilito potrebbero ricevere “un potenziale earn-out fino a 250 milioni, che potrà essere pagato nel 2022 tramite nuove azioni emesse da Nexi subordinato alla performance dell’ebitda 2021 di Nets“.
E’ interessante il quadro che si verrà a creare una volta chiuse tutte le fusioni per ciò che riguarda la governance: il 17% sarà controllato da CDP al 17%, Hellman & Friedman avrà il 16%, Advent International & Bain Capital il 10%. Mercury UK il 10%, Intesa Sanpaolo il 5%, GIC al 3% e vi sarà un flottante pari a circa il 38% che rimarrà quotato su Borsa Italiana.
La guida rimarrà in mano a Paolo Bertoluzzo e Michaela Castelli rimarrà presidente: il CEO di Nets, Bo Nilsson, diventerà membro non-esecutivo del cda e assumerà la carica di presidente di Nets. Hellman & Friedman nomineranno un ulteriore componente del consiglio di amministrazione.
Al termine dell’operazione di fusione si otterrà una piattaforma di dimensioni notevoli in grado di farsi ancora più spazio nel mercato dei pagamenti rispetto a quello già importante attualmente attivo.