Stellantis ha reso noto di aver fermato la produzione in Russia per quel che riguarda i modelli prodotti nello stabilimento di Kaluga. Il gruppo era una delle multinazionali che ancora erano attive sul territorio del Cremlino da quando i russi a fine febbraio avevano attaccato l’Ucraina.
Chiusura già annunciata a Marzo
Lo stabilimento dove Stellantis produceva alcuni dei suoi modelli si trova nella zona a sud est di Mosca e fino allo stop contava ben 2.700 dipendenti operanti per prodotti rivolti all’Europa dell’Ovest e nello specifico per ciò che riguardava la Citroen C4, la Peugeot 408 e i veicoli commerciali. Dobbiamo sottolineare che il blocco alle attività produttive del suddetto sito era stato preannunciato a marzo, giustificandolo con la mancanza dei componenti per lavorare.
La produzione degli esemplari sopracitati è stata spostata in Gran Bretagna e in Francia. Di certo non si è trattata di una buona notizia per i lavoratori dell’impianto Stellantis di Kaluga ma la produzione, da quel che è emerso, non è mai arrivata a pieno regime (la sua capacità produttiva totale è di 125 mila pezzi, N.d.R.), nonostante il sito sia posseduto in joint venture con la Mitsubshi. Stellantis, va detto anche questo, prima del conflitto aveva annunciato che entro il 2022 avrebbe prodotto al suo interno anche il minivan Fiat Scudo.
All’interno del comunicato ufficiale con il quale è stato dichiarato lo stop alla produzione dell’impianto Stellantis di Kaluga si legge che “in seguito al quotidiano rafforzamento delle molteplici sanzioni e alle difficoltà logistiche riscontrate, Stellantis ha sospeso la propria attività produttiva a Kaluga al fine di garantire il pieno rispetto di tutte le molteplici sanzioni e di tutelare i propri dipendenti“, condannando allo stesso tempo la violenza della guerra e supportando qualsiasi azione capace di riportare la pace.
Stellantis, titolo giù in Borsa
Il titolo Stellantis è crollato in Borsa dopo l’annuncio, come era possibile ipotizzare, arrivando a perdere oltre il 6%. Lo stop alla produttività per quel che concerne il polo di Kaluga, ha coinvolto a inizio marzo anche la Volvo e la Volkswagen mentre la Toyota ha sospeso le attività a San Pietroburgo. Differente la situazione per la Renault: l’azienda ha fermato le proprie a Mosca ma continua a possedere lo stesso una quota di maggioranza in AvtoVaz, il maggiore produttore di auto russo.
L’attacco russo in Ucraina non sta seminando solo morte e distruzione in territorio ucraino ma sta mettendo anche i cittadini russi a dover trovare un nuovo modo di andare avanti a livello lavorativo, sebbene le diverse multinazionali che stanno abbandonando il paese, come Stellantis, si stiano impegnando in politiche di protezione dei propri dipendenti.