Come da attese, l’asta odierna dei Btp ha visto un incremento dei tassi che fa seguito a quello avvenuto nelle prime due aste della settimana, ovvero sui Ctz e i Btp€i prima e sui Bot semestrali poi. A creare i presupposti per un aumento dei rendimenti dei titoli di stato italiani è stato lo shock post-elezioni, che hanno prodotto una maggioranza debole facendo aumentare il rischio politico. In questo inizio ottava la pressione sui Btp è aumentata molto, tanto che lo spread ha già superato i 350 punti base.
Secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emesso Btp con scadenza a 5 e 10 anni per un controvalore totale pari a 6,5 miliardi di euro. Si tratta dell’importo massimo che il Mef intendeva collocare, per cui c’è la buona notizia della tenuta della domanda. Il Tesoro ha piazzato Btp con scadenza 1° novembre 2017, cedola annua lorda del 3,5%, per un importo complessivo di 2,5 miliardi di euro.
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Il Mef voleva collocare Btp quinquennali per una cifra compresa tra 1,75 miliardi e 2,5 miliardi di euro. Il codice ISIN di questi titoli è IT0004867070. Il rendimento del Btp a 5 anni è cresciuto al 3,59% dal 2,94% dell’asta precedente. La domanda è stata pari a 1,61 volte l’offerta. Il Tesoro ha poi piazzato Btp con scadenza 1° maggio 2023, cedola annua lorda del 4,5%, per un ammontare complessivo pari a 4 miliardi di euro, ovvero il massimo della forchetta stimata dal Mef tra 3 e 4 miliardi di euro.
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Il rendimento del Btp a 10 anni è salito al 4,83% dal 4,17% dell’asta precedente, sui livelli più alti da ottobre 2012. La domanda è stata pari a 1,65 volte l’offerta. Dopo la pubblicazione dei risultati dell’asta dei Btp, Piazza Affari resta praticamente invariata con un leggero incremento dello 0,05% per l’indice FTSE MIB a 15.559 punti. Lo spread Btp-Bund, invece, è a 343 punti base.