E’ estenuante il botta e risposta tra Elliot Management e Vivendi in merito alla Telecom e ciò che sta accadendo in queste ore porta a pensare che si arriverà al 24 aprile in questa esatta situazione di tensione tra le due anime più “rumorose” della società.
Dopo l’attacco dell’azienda di Vincent Bollorè al fondo americano, la risposta di Elliott Management agli attacchi non ha tardato ad arrivare approfittando del clamore mediatico assicurato dallo svolgimento dell’assemblea dei soci a Parigi. Ed anche in questo caso non le si mandano a dire.
[Vivendi ha] avvantaggiato se stesso [e lo dimostrano] le operazioni con parti correlate che consentono a Vivendi di trarre benefici per le società del gruppo come Canal Plus e Havas, a danno di Tim e dei suoi azionisti. Ci sono numerosi esempi che mostrano come Vivendi abbia agito nel suo unico interesse: incluso il blocco della conversione delle azioni di risparmio, le violazioni del “golden power” e della legge Gasparri, la nomina di amministratori non indipendenti, la nomina di manager con ruoli conflittuali come Michel Sibony. In poco più di due anni il titolo di Tim è sceso di oltre il 35%. L’andamento negativo della performance dei titoli azionari ha subito un’accelerazione da quando i candidati di Vivendi sono entrati nel consiglio di amministrazione nel dicembre del 2015.
Una nota al vetriolo dove si sottolinea che la società di Vincent Bollorè pensi solo ai suoi affari, definendosi in modo errato “azionista principale” di Telecom Italia, cosa che non è. Insomma, gli animi sono carichi e Vivendi a stretto giro ha risposto di essere pronta a rimanere a lungo termine e di avere a cuore la società molto di più del fondo americano: il 24 ve ne saranno da vedere delle belle.