Negli ultimi giorni sembra essere stata siglata una tregua Vivendi-Elliot in ambito Telecom: la società francese ha infatti ritirato la sua mozione per ottenere un nuovo cambio di Governance. La domanda che ci si pone è: cosa sta succedendo?
Partiamo da un presupposto: se si fosse votata la mozione di Vivendi molto probabilmente la stessa non sarebbe passata: i numeri per un “ribaltone”, a meno di sorprese non erano nelle corde della società di Bollorè. Per una volta sembra aver prevalso il buon senso rispetto alla ricerca spasmodica di potere.
Il rappresentante di Vivendi ha spiegato nel corso dell’assemblea la sua decisione:
Vivendi ha investito 4 miliardi di euro in Tim. Come socio industriale di lungo termine, Vivendi vede un grande potenziale in Telecom Italia e ha sempre espresso la sua volontà di creare le migliori condizioni [quindi] Vivendi è più interessato di ogni altro azionista a ristabilire una governance collegiale e armoniosa nel board che sostenga il management nel definire e attuare il piano nell’interesse di tutti gli azionisti, della società e di tutti i dipendenti. [Come] abbiamo ampiamente espresso nelle nostre richieste, chiediamo agli azionisti di votare un cambio della governance perché quello che è successo ha pesato sulla quotazione di borsa e sul funzionamento del business. [Vivendi] auspica che il cda di tim sia più efficace, indipendente e trasparente. Quindi siamo pronti a dare credito a quello che ha detto il ceo Gubitosi e di conseguenza, seguendo il suo suggerimento, abbiamo deciso di non dare seguito oggi alle nostre proposte di revocare e sostituire cinque consiglieri, a patto che questo sia il voto dell’assemblea.
In questo modo Telecom potrà concentrarsi sul piano di rilancio della compagnia, partendo dagli ottimi risultati dell’accordo con Vodafone sulla 5G e le trattative con Open Fiber che richiederanno tempo ma richiamano ottimismo. Per il resto sembra che il discorso “Governance” sia stato solo rimandato: ma è già un ottimo risultato.