Lvmh ha conquistato Tiffany: è stato infatti raggiunto un accordo per l’acquisizione del marchio noto per i suoi gioielli e per gli accessori di lusso. L’offerta finale è leggermente più bassa di quella inizialmente presentata.
Ottima valorizzazione di Tiffany
Saranno infatti versati 131,5 dollari per azione rispetto ai 135 inizialmente decisi, corrispondente a una valorizzazione di Tiffany pari a 15,96 miliardi di dollari. In questo modo, il brand che da decenni fa sognare donne e uomini di tutte le generazioni e che ha la sua boutique simbolo sulla Fifth Avenue di New York cambia definitivamente padrone.
I consigli di amministrazione di Lvmh e di Tiffany hanno approvato i termini della transazione e sono state ottenute tutte le approvazioni normative richieste per la fusione. L’accordo tra le due parti prevede che che il dividendo trimestrale di Tiffany regolarmente programmato per 0,58 dollari per azione sarà dichiarato e pagato e l’intera procedura dovrebbe concludersi all’inizio del prossimo anno, pur tenendo conto della necessaria approvazione degli azionisti dell’azienda. Ha spiegato Roger N. Farah, presidente del Cda di Tiffany:
Siamo molto lieti di aver raggiunto un accordo con Lvmh a un prezzo interessante e di poter ora procedere con la fusione. Il Consiglio ha concluso che era nel migliore interesse di tutti i nostri azionisti ottenere la certezza della chiusura.
Soddisfazione da entrambe le aziende
Stessa soddisfazione è stata espressa dal presidente e ceo di Lvmh Bernard Arnault, il quale ha sottolineato che il raggiungimento di un accordo così equilibrato con il cda di Tiffany dà modo al suo gruppo di lavorare “con fiducia” all’acquisizione del marchio riprendendo le trattative relative al percorso da seguire. “Siamo più che mai convinti del formidabile potenziale del marchio Tiffany“, ha concluso, “e crediamo che Lvmh sia la causa giusta per Tiffany e i suoi dipendenti durante questo entusiasmante capitolo successivo“.
Di certo data la notorietà di Tiffany e la grandezza del gruppo Lvmh questo matrimonio porterà fortuna a entrambe le parti: da un lato abbiamo un’azienda considerabile un evergreen nel suo settore, in grado di conquistare il cliente con oggetti e accessori eleganti e senza tempo, mentre dall’altro vi è un Gruppo che negli anni ha aggiunto diversi brand al suo controllo, aumentandone i fatturati e la distribuzione.
Il ceo di Tiffany Alessandro Broglio non ha dubbi sulla validità dell’operazione di fusione con il gruppo: “Continuiamo a credere“, ha sottolineato, “nel potere e nel valore del marchio Tiffany e negli avvincenti vantaggi strategici e finanziari a lungo termine di questa combinazione“.