Il fondo Elliott Management torna alla carica nel richiedere lo scorporo della rete Telecom forte del documento dell’Agcom in materia, il quale richiede il procedere senza attendere troppo nell’attuare questa decisione, facendo crollare di fatto ogni possibilità di rendere reale il “vecchio” progetto di Vivendi.
Elliott è secondo azionista di Tim ma possiede la maggioranza del board attualmente e fresco di nomina del nuovo ad Luigi Gubitosi rivela di essere pronto a procedere alla separazione della rete. Un portavoce del fondo ha sottolineato che la decisione dell’Agcom “conferma che il progetto di Vivendi di mantenere l’intero capitale di NetCo in Tim non solo non crea valore per gli azionisti, ma è considerata insufficiente dalla stessa autorità anche per un cambiamento del quadro regolatorio“. Motivo per il quale bisogna fare “senza ulteriori ritardi i passi necessari per la creazione e la separazione di una rete unica, che possa creare valore per l’azienda e i suoi dipendenti, per gli azionisti e per il sistema Paese“.
Quel che va compreso è che il dossier di Agcom in pratica confermano che una semplice separazione della rete in un’entità separata come voluta dalla società di Bollorè non è sufficiente perché Tim manterrebbe il controllo e in quanto tale non ci sarebbe alcun beneficio per il mercato in generale. Il prossimo 21 febbraio Tim presenterà il suo nuovo piano strategico e sicuramente si avrà un’idea molto più chiara di quelli che saranno i prossimi mesi.
Intanto il titolo Telecom scende in borsa, risentendo ancora delle tensioni interne, sebbene mantenendo ancora un buon rating generale.