Il Governo riapre il dossier di Tim? Di certo ha alzato l’allerta per quel che è accaduto al titolo della società, che in Borsa ha toccato prezzi che potrebbero rendere più vulnerabile alle speculazioni.
Trattative per Tim con gli investitori
Una problematica non indifferente se si pensa che il Golden Power non copre tutti gli asset della società. Quel che è certo è che in questo momento, con ciò che è accaduto, la quota in Tim Brasil ha più valore della capitalizzazione intera di Telecom, scesa a 1,3 miliardi per il risparmio e ha 3,2 miliardi per le ordinarie. La Consob in questi giorni non è stata ferma a guardare e ha iniziato a valutare la situazione già dal momento in cui Tim stava presentando il piano triennale agli analisti nell’ipotesi di cedere la rete entro l’estate.
In qualche modo la situazione è stata normalizzata, ma rimangono ancora i segni di ciò che è successo. Il management di Tim non sta fermo con le mani in mano. L’amministratore delegato Pietro Labriola ha già iniziato a incontrare gli investitori e colloqui sono già previsti a Milano presso Mediobanca, a Londra e a Parigi.
Labriola si occuperà di spiegare le ragioni per le quali il piano industriale non è eccessivamente ambizioso e perché il debito di partenza sia più alto rispetto al previsto.
Tim non ha elargito informazione eccessivamente dettagliata al mercato e secondo gli esperti la motivazione starebbe nel non voler indebolire la propria posizione nel corso dei negoziati. La società è infatti ancora impegnata nella discussione con KKR per quel che concerne gli aggiustamenti di prezzo.
Rete della compagnia almeno per parte del 2024
Dobbiamo ricordare che la rete farà parte comunque del gruppo per almeno i primi sei mesi del 2024. E per tale ragione Tim sarà chiamata ad affrontare tutte le spese necessarie. Sebbene poi la successiva proprietaria potrebbe eventualmente saldare il tutto.
Il problema di Tim è che configurata in questo modo perde quotidianamente circa quattro milioni di euro. E più lunghi sono i tempi più aumenta la perdita. E la situazione potrebbe peggiorare nel momento in cui le analisi dell’Antitrust dovesse raggiungere la fase due.
Attualmente il closing dell’operazione è previsto ancora tra giugno agosto. Si è parlato di piano industriale non eccessivamente spinto. Questo prevede una crescita media annua del 2%, diapositiva dell’area consumer e del suo andamento piatto. Prevede inoltre una crescita media annua del 6% dell’area enterprise rispetto al 5% del mercato di riferimento.
Fatti i dovuti conti si raggiungerebbero 600 milioni di ricavi in più in tre anni con una marginalità media contenuta tra il 25% e il 30%.