Tim decide per l’ok a KKR senza consultare gli azionisti, scatenando l’ira di Vivendi e di Merlyn. Sarà stata una scelta giusta o la ex monopolista si sarebbe dovuta muovere diversamente?
Accettata dal cda di Tim l’offerta
Dobbiamo ricordare che sebbene non si siano consultati gli azionisti, sono stati necessari ben tre giorni e due cda prima che Pietro Labiola, amministratore delegato del gruppo, annunciasse una decisione che giudicare storica è un eufemismo. L’offerta posta sul tavolo di Tim da KKR consente di cancellare essenzialmente 14 miliardi di debiti. E il fatto che sia aperta a un ulteriore aumento di liquidità non fa altro che far sperare bene per il futuro.
Secondo quanto emerso il closing dovrebbe avvenire entro l’estate del 2024, ovviamente ottenute le necessarie assicurazioni. Nel corso dei cda si è risposto anche alla domanda che attanagliava molti: ovvero a quale organo societario fosse competente sulla decisione di cessione della rete. Il cda ha stabilito che solo il board potesse prendere questa decisione.
E’ da questa esclusività di decisione del consiglio che è scattata l’ira di Vivendi, la quale ha richiesto la convocazione di una assemblea straordinaria. Immediata anche la reazione del fondo Merlyn, che nei giorni scorsi aveva presentato un piano alternativo alla cessione della rete a KKR.
Per quel che riguarda Sparkle, l’offerta è stata considerata non soddisfacente. Ed è stato dato mandato di verificare se fosse possibile la ricezione di una offerta vincolante più alta a margine della due diligence che si concluderà il prossimo 5 dicembre.
Cosa accadrà da ora in poi
“Il board ha esaminato l’offerta vincolante presentata lo scorso 16 ottobre da Kohlberg Kravis Roberts Co. (Kkr)” per la rete fissa di tim (Netco) “inclusa FiberCop” insieme all’offerta non vincolante per quel che riguarda Sparkle. E’ questo che si legge nel comunicato di Tim in merito all’operazione. Dove viene spiegato che dopo un “ampio e approfondito esame” insieme ai maggiori advisor finanziari, l’offerta è stata approvata con 11 voti favorevoli e 3 contrari.
Ovviamente tutto ciò porterà prima di tutto alla sottoscrizione di un transaction agreement che regolerà il conferimento di un intero ramo di azienda in FiberCop, che già si occupa della gestione di quel che riguarda la fibra secondaria in rame e fibra. All’interno dell’accordo verrà sottoscritto anche un master services agreement chiamato a regolare i termini e le condizioni dei servizi tra Tim e Netco.
Come era lecito aspettarsi, Vivendi è tutt’altro che felice dell’accordo raggiunto, soprattutto per via di una mancata richiesta del voto degli azionisti di Telecom. Una decisione che anche secondo Merlyn è irrispettosa dei maggiori principi di governance esistenti. I francesi hanno già fatto sapere che si opporranno con tutti i mezzi possibili a questa decisione.