Si parla nuovamente di Tim e lo si fa ancora una volta chiamando in causa Vivendi. Questo perché, con sempre più insistenza, si sussurra di una potenziale vendita della quota dei francesi.
Tim e Vivendi dopo la vendita della rete
La storia di Tim e Vivendi è sempre stata costellata di problematiche. E non è un caso che tutto ciò avvenga a due mesi dalla cessione della rete di Tim al fondo KKR. Parliamo di un’operazione che non è mai stata simpatica ai francesi, i quali si son sempre mossi per dettare delle condizioni specifiche. Facendolo essenzialmente anche con cognizione di causa, dato il loro essere azionisti di maggioranza. Il capitale da loro posseduto, pari al 23,75%, teoricamente ha un importante peso.
Vero è allo stesso modo che gli altri azionisti comunque continuano a presentare una valida linea di azione. Detto questo l’attenzione è tutta per ServicCo al momento, ovvero la nuova Tim. E questo porta non solo una certa curiosità nei confronti dei piani aziendali, ma anche il voler comprendere quale sarà la posizione di Vivendi in futuro. Non sembra mancare la volontà di disimpegnarsi dall’azienda, ma allo stesso tempo va detto che è una tale operazione dovrebbe essere gestita con molta attenzione.
Secondo indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera da parte di consulenti che avrebbero poi smentito, si parlava di una collocazione di circa il 6%-7% di Vivendi al fondo Tikehau Capital, tra i quali partner vi è anche l’ex amministratore delegato di Unicredit. Ovvero Jean Pierre Mustier. Anche il fondo Blackstone, una delle più grandi finanziarie a livello internazionale, sarebbe interessata.
Importante interesse per la quota Vivendi
Quest’ultima, dobbiamo ricordarlo, sono anni che cerca importanti investimenti in Italia. Secondo le suddette indiscrezioni, teoricamente, Tikehau e Blackstone sarebbero pronte a un prestito al veicolo di 500 milioni per poi trovare altri partner. Consentendo a Vivendi di lasciare Tim senza problemi.
Non è qualcosa di impossibile, visto che i francesi hanno modificato la loro classificazione della presenza in Tim da strategica a finanziaria. Non dobbiamo però dimenticare che con nuovi investitori che superano il 3% del capitale dell’azienda, scatta in automatico il procedimento di Golden Power essendo quello delle telecomunicazioni un assetto molto importante per il paese.
Detto ciò dobbiamo considerare un paio di cose. La prima è che il Governo dopo la cessione della rete potrebbe voler mantenere questo status quo per qualche tempo. Altra problematica riguarda proprio la vendita da parte di Vivendi. Questa non avrebbe intenzione di vendere a scaglioni ma vorrebbe vendere tutto in blocco. Per quel 23,75 valutato 900 milioni francesi vorrebbero circa due miliardi.
Senza contare che Vivendi è ancora in attesa della decisione del Tribunale in merito al suo ricorso per quel che concerne la vendita della rete a KKR.