Quel che sta accadendo tra il Governo e Atlantia rischia di passare in sordina a causa dell’emergenza causata dalla pandemia di Coronavirus: e se i lavori di ricostruzione del ponte Morandi di Genova continuano senza sosta, alla stessa velocità non sembra andare quella che sembrava essere la scontata revoca della concessione autostradale.
Concessione difficilmente verrà revocata
Da quel che è possibile notare, con molta probabilità, il ponte sarà nuovamente fruibile prima del 14 agosto, giorno che segna il secondo anniversario della tragedia che ha portato via con sé ben 43 vittime. Quel che stupisce in questo momento è che una revoca della concessione ad Atlantia, che sembrava ormai scontata, sembra essere definitivamente stata accantonata. C’è chi sostiene che un parere dell’Avvocatura dello Stato emesso nei primi giorni di febbraio sarebbe la base di questo cambiamento di rotta.
E stando alle indiscrezioni stampa che girano in questo momento si può comprendere il perché di questa “modifica” nel sentimento del Governo. Si tratterebbe prima di tutto di un problema pecuniario: davanti a Tribunali italiani ed europei Atlantia potrebbe riuscire a ottenere risarcimenti per non meno di venti miliardi di euro. Non solo: a livello legale, almeno fino a un’eventuale sentenza di primo grado lo Stato risulterebbe come inadempiente nei confronti del contratto stipulato con Autostrade per l’Italia senza avere una reale possibilità di difesa in tal senso.
La situazione da gestire sarebbe quindi tutt’altro che semplice ed è per tal motivo che sarebbero ripartite in questi ultimi mesi, le trattative tra i vertici della controllata di Benetton e il ministro dei Trasporti Paola De Micheli.
Trattative Atlantia-Governo: lo scopo
Quale sarebbe lo scopo di queste trattative? E’ presto detto: trovare nuove regole da seguire e una revisione dell’assetto azionario, nel quale lo Stato entrerebbe attraverso Cassa Depositi e Prestiti. Insomma, una soluzione che una volta per tutte possa risultare nella sistemazione di un pasticcio che ormai da più di due anni mette a repentaglio la vita delle persone. E’ purtroppo un dato di fatto, segnato da inchieste penali, che la manutenzione della rete abbia lasciato a desiderare.
Un accordo come quello sopracitato, se andasse, in porto, procurerebbe ai Benetton un’ assicurazione su futuri contratti di concessione della rete autostradale e al Governo la possibilità di poter dire la sua e influire sia sulle tariffe che sugli investimenti, aprendo al contempo la strada a ulteriori investitori, tra i quali si vocifera ci siano anche il fondo australiano Macquarie e F2I, partecipato dallo Stato e da cospicue fondazioni bancarie. Gli investitori sembrano aver deciso, con il loro comportamento in borsa, di credere a questa possibilità.