Utile sotto le aspettative per Unicredit: nonostante la vendita di Fineco, il gruppo chiude a 1,85 miliardi rispetto ai 2,1 stimati dagli analisti. E la Borsa di Milano come spesso accade in questi casi non ha perdonato, facendo registrare un calo in apertura nella giornata di ieri del 3,37% ed la scesa sotto i 10 euro del prezzo delle azioni.
I requisiti di solidità in calo di Unicredit
Non c’è da stupirsi che il mercato azionario sia stato un po’ più duro nei confronti della banca: Unicredit ha in fin dei conti chiuso il secondo trimestre del 2019 con ricavi e margini inferiori alle attese, ma soprattutto con i requisiti di solidità in calo. Per ciò che concerne i ricavi si parla di 4,5 miliardi, in calo rispetto alle stime di 4,7 eseguite: meglio il net interest income appena sotto ciò che era stato calcolato, ovvero “fermo” a 2,6 miliardi rispetto ai 2,619 ipotizzati.
I dati ovviamente tengono conto della cessione di Fineco con tutto quello che essa comporta. Riassumendo Unicredit non ha fatto male, ma ha fatto meno di ciò che ci si aspettava da lei con le risorse che aveva a disposizione. Questo non dovrebbe portare a nessuna crisi, grazie anche al fatto che la banca appare essere in linea, se non in anticipo, con il suo piano aziendale.
Rafforzamento prima del cambiamento di Unicredit
Non è una novità che Unicredit stia lavorano per migliorare la sua struttura societaria ed il bilancio prendendo anche in considerazione la creazione di una sub holding in Germania come già accennato in passato. Dal canto suo l’ad Jean Pierre Mustier è più che ottimista sul futuro del suo istituto ed per prima cosa ha rassicurato gli investitori che la sede di Unicredit “rimarrà in Italia e il titolo resterà quotato a Milano“. Appare palese che qualsiasi annuncio sul cambiamento della struttura di Unicredit verrà reso noto a inizio dicembre in occasione del Capital Market Day. Questo perché, evidenzia ancora il bancario, “vogliamo essere certi di avere per la banca una struttura solida, in grado di resistere a qualsiasi shock economico“.
Nel corso della conference call di presentazione del secondo trimestre Mustier ha anche confermato l’obiettivo a fine anno di un un Rote di gruppo superiore al 9% e un utile netto rettificato di 4,7 miliardi di euro, al quale, ha aggiunto, “si applicherà il pagamento in contanti dei dividendi del 30 per cento. Le agenzie di rating, sebbene leggermente deluse e ritoccando i vari parametri di salute della banca, continuano a mantenere il titolo in buy.