Moda, in crisi ma i saldi non deludono

Il mondo della moda in crisi? Sembrerebbe proprio di sì stando ai sindacati di settore. Anche se secondo Federmoda la data unica dei saldi sta aiutando il comparto. Quando si parla di questo settore sono diverse le variabili che devono essere prese in causa.

Settore moda in crisi, ma perché?

È inutile girarci intorno: si parla tanto di fast fashion e di come abbia avuto brutte conseguenze sul made in Italy e più in generale sul settore. Ma quando si parla di moda è inutile dire che ci sia crisi se non ci si pongono delle domande e se non si fa un minimo di autocritica. È ovvio che marchi come Shein, Zara e altri della fast fashion stiano conquistando pian piano le preferenze dei consumatori. Bisognerà anche attendere un po’ per l’arrivo ma essenzialmente grazie a questo approccio, sicuramente non etico, chiunque ha la possibilità di vestirsi. Non solo per conformazione fisica di qualsiasi tipologia ma soprattutto per una capacità di spesa che nei negozi è difficile da avere.

Questa premessa è necessaria perché quando si parla di crisi nel settore moda il primo pensiero che viene alla mente di chiunque è che difficilmente ci si può permettere di comprare dei capi che arrivano a costare diverse decine di euro o addirittura centinaia e potersi permettere anche la quotidianità.

Le aziende devono fare autocritica

Vero è allo stesso tempo che se non si vende le aziende entrano in crisi e i lavoratori rischiano di rimanere a casa. Questo è accaduto anche in diversi brand famosi di moda che operano in Italia. Serve poco, anche ai brand della moda che cavalcano le passerelle, per ritrovarsi ad avere dei bilanci spesso e volentieri in sofferenza.

E certo, gli ammortizzatori sociali possono essere una soluzione per tamponare, ma bisognerebbe fare un discorso totalmente differente a monte. Per quanto possa suonare strano, alcuni brand dovrebbero prendere in considerazione l’idea di abbassare i prezzi e divenire meno esclusivi rispetto a quello che sono.

Anche alla luce di alcune inchieste che dimostrano come articoli che alla produzione costano 50 euro vengono poi venduti a 2000. Questo non solo significa essere fuori dalla logica di mercato ma anche rendere elitario un prodotto e quindi diminuirne la possibilità di vendita.

Allo stesso modo, purtroppo, soffrono anche le aziende artigianali del mondo della moda. E in questo caso la situazione è decisamente più grave e meriterebbe più sostegno. Purtroppo si parla comunque di un cane che si morde la coda perché il cliente deve avere la possibilità di poter acquistare e non dover rinunciare per tal ragione ai beni di prima necessità. E di conseguenza cercherà qualcosa che costa meno.