Per l’Eni i conti migliorano ed i dividendi sono garantiti. Almeno è questo che indicano i risultati del primo trimestre 2017 i quali danno modo all’ad Claudio Descalzi non solo di confermare gli obiettivi ma di distribuire agli azionisti ciò che spetta loro, anche nel caso si un eventuale ribasso del petrolio.
Il gruppo ha infatti registrato nel primo trimestre di questo anno un utile netto pari a 965 milioni di euro ( va ricordato, nel 2016 vi era stata una perdita di quasi 400 milioni, N.d.R.)e un utile netto adjusted pari a 744 milioni. A rendere noti questi dati è stata una nota diffusa dall’Eni prima dell’apertura delle contrattazioni di oggi. Sottolinea l’amministratore delegato:
Il miglioramento dei risultati economico finanziari nel primo trimestre di quest’anno è stato netto.L’utile adjusted di circa 750 milioni di euro era di circa 460 milioni (+60%) nel quarto trimestre dello scorso anno, quando i prezzi erano già risaliti a valori vicini agli attuali, ed era zero nel primo trimestre 2016, caratterizzato da uno scenario prezzi depresso. Inoltre il contributo di cassa del periodo di 2,6 miliardi è il più elevato degli ultimi 7 trimestri. Questi risultati sono frutto dei continui progressi industriali conseguiti in tutti i business, in linea con gli obiettivi dichiarati per il 2017 che restano tutti confermati. La generazione di cassa organica e gli incassi da dismissioni ci consentiranno nel 2017 di finanziare integralmente gli investimenti e i dividendi ad un livello di prezzo Brent ben al di sotto di quello attuale.
Va detto che il taglio dell’Opec e la ripresa delle quotazioni del greggio hanno dato una mano non irrilevante nel rialzare le sorti del gruppo dato che l’adjusted è stato trainato principalmente dalla “robusta performance di esplorazione e produzione” ed il fatto che i settori mid-downstream abbiano confermato o migliorato i propri livelli di utile è stato qualcosa che ha senza dubbio contribuito.