Il petrolio e le materie prime crollano nei mercati, con il greggio che fa registrare i minimi da 5 mesi, con il Brent sotto 50 dollari al barile e il Wti sotto i 45 dollari. Non solo i metalli ma anche l’oro nero sembrano passare in queste ultime ore un momento davvero difficile.
Le vendite si sono abbattute con forza in tutto il mondo, facendo raggiungere al petrolio il livello più basso da quando l’OPEC ha deciso per il taglio della produzione lo scorso novembre 2016: e sarebbe proprio la sfiducia sulla capacità dell’ente di riequilibrare il mercato una delle maggiori cause del crollo. E sebbene qualche piccolo segno di ripresa nella seconda parte di questa mattinata va detto che il calo ha lasciato il segno nei mercati. E’ impossibile infatti non notare come addirittura l’oro, nonostante un leggero aumento di questa mattina, sia ancora perdendo quota rispetto a quelle che sono le sue normali quotazioni. Al momento si trova a 1.225 $/oncia, un livello che non raggiungeva da metà marzo.
Quando in precedenza si è parlato di metalli in ribasso, va sottolineato, non si parlava solo di quelli preziosi ma anche e soprattutto di quelli utili nell’industria: il rame è ai minimi da novembre con i suoi 5.494 $/tonnellata. Anche per lui un calo del 5% in due giorni come non si registrava dal 2015. A quanto pare una delle maggiori spinte negative arriva dalla cina dove a causa di una nuova stretta creditizia, l’attività manifatturiera rallenta e stanno crollando listini azionari e commodities e dall’attesa di un nuovo rialzo dei tassi di interesse negli Usa a giugno.
Tornando al petrolio, ormai si dà per scontato che il 25 maggio l’OPEC decreterà una proroga dei tagli: sarà sufficiente, anche per spingere gli altri produttori a fare lo stesso?