Inizialmente doveva essere anticipato a oggi e ora rischia addirittura di saltare e con lui anche i risultati che si dovevano raggiungere: si parla ovviamente del vertice Opec Plus e della posizione presa da Arabia Saudita e Russia nei confronti dell’intera situazione produttiva.
Trend ribassista quotazioni greggio in vista
In quello che sembra un gioco di ripicche inutile in un contesto come quello attuale, dove in tutto il mondo si sta tentando di ripartire convivendo con la pandemia di Coronavirus in atto, contrariati da chi non taglia abbastanza la produzione di petrolio i due Stati e membri sopracitati dell’associazione sarebbero pronte a cancellare anche l’appuntamento originario previsto per il 9-10 giugno.
Se ciò dovesse accadere davvero e il prossimo vertice Opec Plus saltare, le quotazioni del greggio andrebbero quasi certamente incontro a un trend ribassista dato che l’offerta, se non venissero rispettati i tagli previsti dagli accordi da approvare, risalirebbe di circa 3,2 milioni di barili al giorno tra meno di 30 giorni. Troppo e troppo presto per un mercato che può contare su una domanda simile a quella pre-pandemia solo in Cina e non nel resto del mondo, dove ancora non si è tornati a pieno regime anche negli Stati che sono ripartiti.
Le reazioni a questo possibile scenario sono differenti: c’è chi pensa addirittura che si tratti di un bluff per smuovere il mercato: considerazione (quasi) avvalorata dalla reazione del Brent che dopo aver superato i 40 dollari al barile per la prima volta in tre mesi ha poi ripiegato sui 39 dollari.
Nessuna certezza sul futuro prossimo
Quel che appare evidente, analizzando ciò che sta avvenendo con il mercato del petrolio e il comportamento dei paesi facenti parte dell’Opec Plus, è che è impossibile dare qualcosa per scontato oramai. Le piccole indiscrezioni giunte dal settore stanno man mano facendo tremare coloro che pensavano che l’Opec Plus avrebbe con certezza mantenuto gli attuali tetti di produzione anche a luglio.
Non si può escludere del tutto che queste voci attualmente in giro siano state fatte uscire appositamente per far crollare questo “eccesso di sicurezza“, in particolare per ciò che concerne tute quelle società statunitensi relative allo shale oil che non vedono l’ora di ripartire.
Quel che è possibile notare è che l’attuale situazione sta spingendo i petroliferi in evidenza delle Borse e che diverse società di estrazione, soprattutto per ciò che concerne il settore shale, hanno già annunciato di riprendere, almeno parzialmente, la propria attività.
Riad e Mosca sembrano essere più che concordi sull’atteggiamento da mantenere in vista e nel corso del vertice Opec Plus in agenda: via libera a una proroga di un mese per il maxi-taglio da 9,7 mbg, ma solo se otterranno il rispetto (che dovrà essere anche retroattivo) delle quote produttive da parte di ogni Paese.